Allarme sindemia: 30 varianti esplose in una sola persona

L'incontro tra Coronavirus e Hiv potrebbe avere conseguenze drammatiche. Il caso di una 36enne sul Los Angeles Times. Ora si teme che queste mutazioni facciano ulteriori danni

Allarme sindemia: 30 varianti esplose in una sola persona

I Paesi più ricchi al mondo, che stanno facendo la corsa al vaccino per immunizzare intere popolazioni, rimarranno ancora vulnerabili al Covid-19 fino a quando il virus avrà la possibilità di continuare a mutare nelle nazioni più povere. Il Los Angeles Times lancia l’allarme attraverso le proprie pagine: l'incontro tra il Coronavirus e l’Hiv potrebbe avere conseguenze drammatiche. Il giornale americano racconta la vicenda di una donna sudafricana si 36 anni malata di Aids, rimasta positiva per ben otto mesi, in cui il virus ha sviluppato trenta mutazioni diverse. In questo periodo, probabilmente la sua risposta immunitaria, compromessa per via dell’Hiv trattato senza successo, ha scatenato numerosi cambiamenti genetici nel ceppo virale.

La donna è stata in ospedale per nove giorni a settembre scorso, anche se non presentava sintomi molto gravi. Il virus nel suo corpo ha subito diverse mutazioni genetiche legate alla proteina Spike, che potrebbero indebolire la campagna vaccinale che si sta effettuando in tutte le nazioni. L’area geografica più delicata da questo punto di vista è proprio l’Africa, dove l’Hiv, che in quarant’anni ha ucciso 32 milioni di persone in tutto il mondo, potrebbe creare un nuovo ostacolo nella lotta al Covid-19. Fino alla paziente sudafricana, c’erano scarse prove che suggerissero che le persone con infezioni da Hiv potessero complicare la traiettoria della pandemia.

I sieropositivi non sono noti per avere maggiori probabilità di contrarre il Coronavirus. E secondo i ricercatori non dovrebbero subire conseguenze peggiori rispetto agli altri. Ma se il caso della 36enne si dovesse rivelare tipico, lo scenario potrebbe cambiare: i pazienti Hiv le cui infezioni non sono controllate con i farmaci potrebbero “diventare una fabbrica di varianti per il mondo intero”, ha dichiarato al Los Angeles Times Tulio de Oliveira, genetista dell’Università di KwaZulu-Natal a Durban, che ha guidato la ricerca. Nel mondo si stima che ci siano 8 milioni di sieropositivi inconsapevoli di avere il virus. Altri 1,7 milioni assumono farmaci che non sono efficaci.

La prospettiva che l’Hiv incontrollato di circa 10 milioni di persone possa generare nuove varianti di Coronavirus ha implicazioni di ampia portata. A quel punto saremmo di fronte a una cosiddetta “sindemia”, ossia la concomitanza di due epidemie che hanno il potenziale di peggiorarsi l’una con l’altra. Tra le varianti individuate nella paziente sudafricana, alcune avevano la capacità di resistere ai vaccini e ai farmaci. Non è ancora chiaro se qualcuna delle mutazioni si sia diffusa ad altre persone. È ancora presto per capire se il caso della donna è stata un’eccezione oppure no. Gli scienziati stanno analizzando altri 300 pazienti sieropositivi che hanno contratto il Covid per più di un mese per capire se il virus è mutato anche con loro.

L’obiettivo deve essere accelerare la campagna vaccinale nei Paesi poveri, in particolare nelle aree in cui l'infezione sta avanzando più rapidamente. Il Sudafrica, che ospita quasi 2,2 milioni di malati di Hiv non trattati, al 31 maggio aveva vaccinato solo 183mila persone.

L'India, attualmente il luogo della peggiore ondata di Covid-19 al mondo, ha quasi 1 milione di persone con infezioni da Hiv non trattate. Solo il 12% degli indiani ha ricevuto un primo vaccino e il 3,2% è completamente vaccinato.

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