La crisi fa un’altra vittima: imprenditore si uccide a Roma

E a Milano s’impica anche un disoccupato. Di Pietro contro Monti: "Ha questi morti sulla coscienza"

La crisi fa un’altra vittima: imprenditore si uccide a Roma

RomaOgni giorno una nuova notizia di suicidio. Il licenziamento che ammazza l’autostima, le relazioni, ormai la sequenza è quotidiana, si muore per la disperazione di aver perso motivi il lavoro. Ieri altre due persone si sono tolte la vita, a Milano e a Roma. E non dev’essere una moda giornalistica quella di scovare la depressione profonda di chi vive la crisi sulla propria pelle, perché ieri la Cgia, l’associazione artigiani e piccole imprese di Mestre, ha fornito dati allarmanti, che segnalano come già dal 2008 i suicidi cosiddetti economici sono aumentati del 24,6%. Saliti del 20% anche i tentativi falliti di togliersi la vita. Se nel 2008 i suicidi per ragioni di lavoro erano stati 150, nel 2010 erano 187. E considerando la media di questi giorni, il dato potrebbe impennarsi ulteriormente nell’anno in corso.
A Roma, nel quartiere di Pietralata, un imprenditore di 59 anni ha deciso di farla finita con un colpo di fucile. Si è sparato al petto, quando uno dei tre figli l’ha trovato ormai non respirava più. La sua azienda, specializzata in costruzioni di alluminio, era in fallimento e gli operai in cassa integrazione. Ha lasciato una lettera prima di ammazzarsi: chiede scusa e spiega che il gesto è legato alla situazione economica ormai senza speranza, l’azienda distrutta.
A Milano è stato trovato in una cantina comune della zona di via Mecenate il corpo di un uomo di 51 anni scomparso da sabato. Da allora i genitori con cui viveva non l’avevano più visto. Al figlio aveva raccontato di essere molto triste per la separazione dalla moglie e per la perdita del lavoro. Si è impiccato a una trave del soffitto con il filo elettrico.
Antonio di Pietro ieri ha rivolto un attacco durissimo a Mario Monti nell’aula della Camera, durante le dichiarazioni di voto sul decreto Semplificazioni: «Ci sono persone che non arrivano a fine mese e si stanno suicidando. Lei - ha detto rivolto al premier - ce l’ha sulla coscienza quei suicidi, perché lei ha due pesi e due misure». Tutti l’hanno criticato, Bersani compreso, e dal Pd hanno dato a Tonino del «raccapricciante».
Ma non è solo un pensiero slogan. Un amico dell’imprenditore romano che si è tolto la vita a Pietralata usa praticamente le stesse parole: «Monti si porterà i morti sulla coscienza. Il mio amico non ha retto al peso di aver dovuto mettere in cassa integrazione almeno tre dei suoi dipendenti». Monti ha fatto sapere che non risponde alla provocazione di Di Pietro, ma l’allarme è ormai lanciato da sindacati, associazioni, partiti, pur con toni meno eclatanti.

«Dopo l’ennesimo gesto estremo che si è verificato a Roma - valuta il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi - è necessario intervenire con misure emergenziali. La gravità della crisi economica ha suscitato in molti piccoli imprenditori la perdita di sicurezza, solitudine, disperazione e ribellione».

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