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L'impresa di Ganna, nuova stella del ciclismo

Sono rimasto letteralmente incantato nel vedere l'incedere composto e potente di Filippo Ganna

L'impresa di Ganna, nuova stella del ciclismo

Sono rimasto letteralmente incantato nel vedere l'incedere composto e potente di Filippo Ganna. Pensavo fosse semplicemente un cronoman, un fuoriclasse della pista, ma dopo avergli visto fare il numero di ieri mi sento di dire e anche di pensare che da questo ragazzo possiamo forse aspettarci molto di più.

Ero già contento di averlo visto stravincere con assoluta autorevolezza la crono di Palermo. Mi era piaciuto un sacco e avevo salutato la sua vittoria come un momento magico e propizio per tutto il ciclismo italiano, che ha sì qualche giovane corridore all'orizzonte, ma nessun talento vero nell'immediato futuro. Ganna è andato prontamente a colmare questo vuoto con il suo strepitoso volo iridato sulle strade della Romagna a Imola, regalando per la prima volta nella storia al nostro ciclismo la maglia più preziosa per un cronoman: quella di campione del mondo.

Adesso ci accorgiamo che questo ragazzo di soli 24 anni è qualcosa di più. Nessuno di noi sa quali siano i suoi limiti e le sue potenzialità. Nemmeno lui è a conoscenza con precisione di dove possa davvero arrivare. Sappiamo solo che ha un motore eccezionale e in bicicletta ci sa stare come pochi.

È probabile che anche i suoi tecnici - David Cioni e Matteo Tosatto - stiano pensando a qualcosa di nuovo per questo gigante del pedale che può con un certo tipo di preparazione, nei prossimi anni, provare anche a puntare alla classifica di un Grande Giro. Penso che per le brevi corse a tappe, di quattro o cinque giorni, già non abbia problemi, soprattutto se dalla sua ha una cronometro. Per il resto ci vuole pazienza e lungimiranza, come la Banesto ebbe modo di avere con Miguel Indurain negli Anni Novanta, o la Sky (oggi Ineos) ha saputo fare egregiamente in tempi più recenti con il baronetto della pista Bradley Wiggins, tanto da portarlo sul gradino più alto del Tour de France.

Insomma, Filippo ha buone gambe, ma è in buone mani.

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