Cronache

Scritta choc a casa del figlio di una deportata: "Qui ci sono ebrei"

La scritta è comparsa sulla porta dell’abitazione di Aldo Rolfi, figlio di Lidia, partigiana internata a Ravensbruck. L'uomo aveva ricordato su un giornale locale la madre

Scritta choc a casa del figlio di una deportata: "Qui ci sono ebrei"

"Juden hier". "Qui ci sono ebrei". Sotto, la stella di David. È la scritta antisemita comparsa sulla porta di una abitazione di Mondovì, in provincia di Cuneo. La casa è quella di Lidia Beccaria Rolfi, staffetta partigiana, deportata a Ravensbruck nel 1944 e testimone dell'Olocausto.

Qualcuno nella notte ha imbrattato la porta della casa dove la donna ha vissuto fino alla morte, nel 1996, con la scritta "Juden hier" accompagnata dalla stella di David. A pochi giorni dal 27 gennaio, Giorno della Memoria, la frase riporta alla mente i rastrellamenti dei nazisti: la scritta e la stella sulle porte venivano infatti usate per identificare le case degli ebrei che venivano poi deportati. Ora in quell'abitazione vive il figlio, Aldo Rolfi, che ha già sporto denuncia contro ignoti.

Come ricorda TgCom24, la via dove sorge l'abitazione è stata intitolata proprio alla Rolfi pochi anni fa. Dopo la deportazione, Lidia Beccaria Rolfi lavorò per l'Istituto Storico per la Resistenza di Cuneo e per l'Associazione nazionale ex deportati. Nel '78 scrisse Le donne di Ravensbrück, prima opera in italiano sulla deportazione femminile nei campi di concentramento della Germania nazista. Nel '97 uscì postumo Il futuro spezzato, un saggio sull'infanzia durante la dittatura, con l'introduzione di Primo Levi.

Il figlio di Lidia, Aldo, è da sempre impegnato nel tramandare il messaggio e la testimonianza della madre. Anche se non di origine ebraica, l'uomo aveva appena scritto una riflessione sulla memoria e sull'antisemitismo, pubblicata su un giornale locale. Poi la scritta "Juden hier" con la stessa di David è apparsa sulla porta della casa dove ha vissuto la donna.

"Ho attraversato questa porta molte volte. La scritta è apparsa oggi, dopo che Aldo è intervenuto su un giornale locale per ricordare sua madre. Al di là della patente ignoranza - Lidia è stata una deportata politica - è uno dei molti segnali che ci dovrebbero fare alzare la voce per ricordare a tutti che essere antifascisti è il primo dovere della memoria che abbiamo", ha commentato lo storico Bruno Maida che con Lidia Rolfi ha scirtto diversi libri sulla deportazione. "Mi sembra un gesto molto grave tanto più nella dimensione di Mondovì e per il ruolo di Lidia".

L'episodio è stato denunciato ai carabinieri e sul caso ora indaga anche la Digos di Cuneo.

"75 anni dopo l'abbattimento dei cancelli di Auschwitz permangono infatti focolai di antisemitismo che alimentano - addirittura in Europa - rischi per la sicurezza degli ebrei, al punto di indurli in alcuni casi ad abbandonarla.

Ricordo che nel 2018 l'Osservatorio antisemitismo della Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea ha registrato 197 episodi di antisemitismo, con un netto aumento, pari al 60%, rispetto ai due anni precedenti", ha dichiarato il presidente della Camera, Roberto Fico, nel suo discorso all'incontro "Bartali campione Giusto", in previsione giorno della memoria a Montecitorio.

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