In tutto il mondo si fanno mostre e si muovono le opere d'arte. E in tutto il mondo si mettono in buona evidenza, soprattutto quando, trafugate, sono poi chiamate a rappresentare l'orgoglio di una nazione che ha ottenuto giustizia.
Ma è anche vero che non si prende un'opera dal Museo Getty, la Dea di Morgantina, dove la vedevano un milione e mezzo di visitatori all'anno e, per ragioni demagogiche e ricatti di campanile, la s'invia nel paese di Aidone dove la vedono solamente qualche migliaio di visitatori che, tra ottobre e febbraio, si riducono a poco meno di 20 al giorno! È una inutile mortificazione.
Le opere si possono temporaneamente muovere ma tre cose devono essere garantite: la conoscenza, la valorizzazione (per questo esistono le mostre) e la conservazione. E per questo, non sentendomi schiavo degli americani e delle loro imposizioni, ho subordinato il prestito, a una verifica severa delle condizioni di trasportabilità della Dea. In ogni caso il mio interesse per il trasferimento a Palermo e a Roma è nullo. Ho formulato una idea per aumentare l'attenzione sopra quest'opera trafugata, esaltando valori di legalità e conoscenza.
Se i cittadini di Aidone preferiscono tenerla nascosta li
lascerò tranquilli nella loro solipsistica contemplazione. E combatterò altre battaglie di legalità, come la difesa del paesaggio siciliano dall'impresa mafiosa delle pale eoliche, che sono uno sfregio vigliacco e umiliante.
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