"Dica" lo dica a sua sorella

"Dica" lo dica a sua sorella

Tutti sanno che non sono formalista, ma sulle forme poggia la struttura di una società civile. Il referendum tentò di far saltare il bicameralismo perfetto, che però, sul piano formale, è saltato il giorno in cui si è confermato l'obbligo della cravatta al Senato, ma non alla Camera. Lo stesso per i vitalizi: tagliati alla Camera, intatti al Senato. Certo non sono due cose omologabili, ma il declino si percepisce anche in altre mancanze. Il centralino dei deputati si chiama Batteria e, per anni, alla chiamata del deputato l'operatore del Viminale rispondeva con l'appellativo convenzionale, tecnicamente un aggettivo sostantivato: «Onorevole». Un'evoluzione gentile, da parte dei più avvertiti, trasformava la formula ossequiosa in «sovrintendente» o «professore». Adesso può accadere, nonostante io sia tornato in Parlamento, che la risposta sia: «Dica». Sembrerà una sciocchezza, ma è l'indice di un piccolo decadimento di forma che non giova alle istituzioni. L'ho verificato anche nella recente visita a un ministero, che non dico, in cui ho trovato alla portineria un personale particolarmente scortese che pretendeva di vedere i documenti, non solo avendomi riconosciuto, ma specificando di conoscere il mio stato di parlamentare.

Difficile capire il senso di queste procedure, ma altrettanto triste vedere, anche negli uffici di rappresentanza ministeriali, non quadri, pure di non grande valore, ma orribili fotografie di originali che sono altrove.

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