Niente sconti per l’ex compagno di Carla Caiazzo, l’uomo che poco più di un anno fa diede alle fiamme la donna, incinta di otto mesi al momento dell’aggressione. I giudici non hanno creduto al fatto che si fosse pentito: “Ha agito così perché credeva che lei fosse una sua proprietà”.
Dopo la condanna a diciotto anni di reclusione, sono state rese note le motivazioni che hanno spinto il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Napoli a non concedere alcuno sconto a Paolo Pietropaolo. Secondo il gup, l’uomo non meriteva l’applicazione delle attenuanti generiche. Il suo pentimento, secondo i magistrati, non era genuino ma sarebbe stato mirato proprio a ottenere un trattamento più indulgente da parte della giustizia.
“Carla si è rivelata a lui come ‘una rosa con le spine’ – si legge in uno stralcio delle motivazioni della sentenza così come riportato da Il Roma – perché ha amato un altro uomo, perché sorride pur avendolo lasciato, perché è felice della bambina che ha in grembo anche se lui non gli è accanto. Per questi motivi va punita e le va dato fuoco”. E prima ancora: “In una concezione proprietaria della donna che ha caratterizzato tutto il loro rapporto e che legittima un uomo anche ad usare violenza sulla sua compagna è immaginabile anche per Pietropaolo dare fuoco alla sua donna se lei va via con un uomo con il quale ha anche intrattenuto una relazione sentimentale. Per lui è insopportabile che lei sia felice”.
A novembre scorso il gup aveva pronunciato a carico dell’uomo la sentenza che lo condannava a diciotto anni di carcere, tre
in più di quelli che erano stati richiesti dall’accusa. Già nell'immediatezza della pronuncia del giudice per l'udienza preliminare, la difesa dell'imputato aveva annunciato di voler presentare appello contro la sentenza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.