Dimenticarono un ago nel corpo della paziente: risarcita dopo 56 anni

Il risarcimento ammonta, secondo una sentenza della Corte di Cassazione, a 200mila euro

Dimenticarono un ago nel corpo della paziente: risarcita dopo 56 anni

Un'intervento di routine, in un ospedale che neanche esiste più. Un frammento di ago che si perde nel corpo della paziente che i medici stavano operando. Un errore di cui si sa, ma non si dice nulla. E poi le infiammazioni, le cure e i disagi che quella donna ha dovuto subire, a causa di quell'ago. Alla fine, ma molto alla fine, arriva anche il risarcimento.

Era il 1962 quando una giovane donna milanese di 22 anni aveva dovuto sottoporsi a un'operazione, già ai tempi cosiderata di routine, all'Istituto di Maternità, che ora è un presidio collegato al Fatebenefratelli di Milano. Nel corso dell'intervento, però, i medici avevano lasciato un pezzo di ago di sutura nel suo corpo e, sul referto avevano scritto che "nelle manovre un piccolo frammento d’ago rimane perso nei muscoli del piano perineale. Non essendo possibile rintracciarlo se non a prezzo di un’ulteriore grave lesione dei tessuti necessari alla ricostruzione, si rinuncia alla sua estrazione", come riporta Corriere della Sera. Di quella perdita, però, non avevano informato la paziente, che aveva ripreso la sua vita senza preoccupazioni.

Solo dopo erano iniziati i problemi di salute, costanti, ma dei quali non si riusciva a capire la ragione. Finché, nel 2000, una lastra all'addome aveva rivelato la presenza dell'ago. A quel punto, la donna, si era rivolta a un legale e aveva fatto causa all'ex Provincia di Milano, che ha sempre sostenuto, come confermato anche in primo grado nel 2009, che la vicenda fosse ormai prescitta.

Ma nel 2015, la Corte d'appello di Milano aveva ribaltato la sentenza, perchè la donna era venuta a conoscenza dell'errore medico solo nel 2000. In più, proprio in quel periodo, era stato ripescato dagli archivi il referto medico, che svelava la consapevolezza dei dottori nell'aver commesso la dimenticanza.

I magistrati dell'appello avevano dato credico anche alla perizia medico-legale conclusa nel 2007, secondo la quale "i frammenti di ago avrebbero potuto, anzi dovuto essere rimossi dopo accurati accertamenti, dopo qualche mese, ad avvenuta completa guarigione delle ferite".

Ora, il diritto di risarcimento diventa definitivo, con la sentenza della Corte di

Cassazione, che ad aprile ha fissato la somma dovuta dalla città metropolitana a 36mila euro. La somma deve essere applicata anche a tutti i 56 anni passati dall'intervento, arrivando fino a 200mila euro.

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