Cronache

Test di gravidanza prima dell'esame: bufera sul concorso per vigili

Al concorso per vigili urbani in due Comuni del Torinese alle candidate è stato richiesto il test di gravidanza prima dell'esame. L'esperto: "Non è legittimo"

Test di gravidanza prima dell'esame: bufera sul concorso per vigili

Senza test di gravidanza, rigorosamente con esito negativo, le donne non posso sostenere l'esame. Accade in due comuni del Torinese dove, lo scorso maggio, è stato bandito un concorso per due commissari dei vigili che, secondo la dirigente sindacale della Csa polizia locale, discriminava le donne. "Chiedere a una candidata per un posto da vigile urbano un test di gravidanza è discriminatorio", spiega Loredana Cristino in un'intervista al quotidiano La Stampa. Ma partiamo dall'inizio per capire cosa è successo.

Il concorso

La storia è questa. Lo scorso maggio due piccoli comuni del Torinese, Vigone e Torre Pellice, bandiscono il concorso per vigili urbani. L'esame consiste in tre prove tra cui anche un test di idoneità fisica: mille metri da percorrere in un tempo massimo di 5 minuti (per gli uomini) mentre per le donne la soglia è di 6 minuti e 30. Fin qui, nulla di strano. Se non fosse che alla prima prova le candidate sono tenute ad esibire un test di gravidanza eseguito nei cinque giorni precedenti. Chiaramente, per poter accedere allo step successivo, l'esito deve essere negativo. Per farla breve, chi è incinta non può sostenere la prova fisica che, di conseguenza, viene rimandata a prima dell'esame orale. La soluzione potrebbe sembrar logica e, per certi versi, lo è pure. Ma sulle tempistiche complessive non ci sono indicazioni. Lo scorso anno, a Genova, è stato bandito un concorso analogo a fine luglio e la graduatoria pubblicata a fine ottobre. Se la biologia non inganna, però, una gravidanza dura 9 mesi. "Non siamo dei criceti", è la battuta al vetriolo di Loredana Cristino. La dirigente sindacale della Csa polizia è fortemente indignata per tutto questo: "Fanno prove fisiche come entrare nell'esercito o in polizia. - dice -Ma noi non siamo forze di polizia". I sindaci dei due Comuni, interpellati dal cronista de La Stampa sulla questione relativa al test di gravidanza, allargano le braccia: "Non ne so nulla" dice Fabio Cerato, primo cittadino di Vigone. "Non so che dire", gli fa eco il collega di Torre Pellice, il candidato sindaco Marco Cogno.

L'esposto

Come ben spiega Loredana Cristino, la polizia municipale non rientra nella legge 121 e dunque le regole applicate in fase di concorso non valgono. L'esposto è arrivato puntuale. L'avvocato Vittorio Barosio, esperto in diritto amministrativo, dice che questa storia "non sta né in cielo né in terra" (scrive il quotidiano torinese). "ll bando non assegna agli aspiranti vigili funzioni tali da richiedere come requisito di ammissione al concorso una prova di efficienza fisica consistente nel poter correre 1.000 metri, e per di più in un tempo limitato. Mi pare quindi che la fissazione di questo requisito non sia legittima", spiega il legale. Circa il fatto che si richieda alle donne anche il test di gravidanza negativo "è dovuto solo al fatto che - in presenza di una gravidanza - la candidata non può sostenere la prova di 1.000 metri di corsa.

- continua - Ma la richiesta del test negativo appare irragionevole (e quindi illegittima) perché finalizzata alla possibilità di svolgere una prova che non è legittima, in quanto eccessiva rispetto alle funzioni richieste ai candidati".

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