Disoccupazione, ecco i lavori che i giovani italiani non vogliono fare

La protesta delle aziende: “Mentalità sbagliata e poca formazione”

Disoccupazione, ecco i lavori che i giovani italiani non vogliono fare

Con la disoccupazione giovanile al 31,7%, stando agli ultimi dati Istat, viene da pensare che quei tanti in cerca di un mestiere siano disponibili ad accettare, come primo impiego, anche lavori faticosi o pesanti, pur di iniziare a metter piede nel mercato del lavoro. E invece no, non è così.

I giovani sono restii ad accettare un’occupazione che li impegni nei week-end, nei festivi e in orari notturni. Inoltre, poco gradite sono anche le posizioni effettivamente pesanti in termini di mansioni, come quelle che si possono trovare in edilizia, agricoltura, allevamento, panificazione, tessile, pulizia e sanità. Il Qutidiano.net ha stilato un breve elenco delle categorie meno allettanti per le nuove leve.

Edilizia

Riccardo Roccati, di Cna Costruzioni, osserva così. "È vero che i giovani italiani, in maggioranza, perché sarebbe ingiusto generalizzare, non vogliono fare più certi lavori. Colpa di una mentalità sbagliata, di famiglie protettive, di scuole dove si continuano a snobbare le attività manuali. Possiamo anche impegnarci a qualificarlo noi, ma servono giovani che vogliono qualificarsi".

Ristorazione

Come spiega Lino Enrico Stoppani, presidente della Fipe-Confcommercio, "Lavorare nella ristorazione richiede impegno fisico e mentale con un forte spirito di sacrificio. Si lavora il sabato e la domenica, nelle feste di ricorrenza, in parte anche di notte e persino il 1 maggio. Ci sono, quindi, difficoltà a trovare personale qualificato per mancanza sia di candidati sia di profili con le competenze richieste. Il risultato è che i giovani italiani sono sempre meno disposti ad impegnarsi nelle nostre imprese come testimonia la crescente presenza di lavoratori stranieri. E questo sebbene 8 occupati su 10 abbiano un contratto a tempo indeterminato".

Panificazione

Stessi problemi per le aziende di panificazione e pasticceria: "Le nostre imprese hanno difficoltà a trovare personale.

Lavorare nel nostro settore implica sacrificio, fatica e orari spesso notturni. Anche questo frena molti giovani. L’effetto è che quelli che lavorano in questo ambito lo fanno soprattutto all’interno di piccole imprese familiari". osserva Claudio Conti, Presidente di Assipan-Confcommercio.

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