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Donne contro superdonne: Pellegrini attaccata sul web

Donne contro superdonne: Pellegrini attaccata sul web

L'essere donna l'ha solo fatta perdere (era stato un problema di «ciclo» ai Mondiali di Montreal nel 2005, è stato un problema di «ciclo» all'Olimpiade di Rio nel 2016). A lei è essere femmina che è sempre piaciuto, quello sì: le unghie lunghe e dipinte, i tacchi fetish, i fidanzati ganzi e i brillantini alle orecchie. Ma le debolezze delle donne, persino le «debolezze» ormonali, quelle non le ha mai frequentate. Non ha mai parlato né agito per «genere» Federica. Perché non si è mai dovuta far perdonare il genere né ha mai pensato di poter essere penalizzata per questo, ciclo a parte. Contro le (altre) donne ha invece sempre combattuto in acqua, e le ha anche quasi sempre battute. Per questo non è affatto strano che Federica Pellegrini sia detestata dalle donne. Non per l'antipatia, non per gli artigli sul bordo, non perché si sente la più bella di tutte, in vasca e fuori. Le donne odiano Federica perché non la riconoscono come donna. E perché lei non vuole riconoscersi tale. Federica è disciplinata, ostinata, rigorosa. Federica vince i 200 stile libero a Budapest e dice «questo successo aggiusta i conti: me lo sono meritato e lo dedico a me stessa». Federica se ne frega: di essere corretta, simpatica, umile, prudente. Un pesciolino rosso vede solo quello che gli serve per sopravvivere. Tutto il resto è una macchia informe. Federica è un maschio, quindi è femmina. Per questo ieri, dopo la vittoria, le donne la insultavano su Facebook. Dietro ai complimenti di Selvaggia Lucarelli sul suo profilo, si sono attaccate decine e decine di detrattrici della campionessa. La accusavano di tutto: di avere i soldi, di non essere bella, di vincere facile, di non aver idea di cosa significhi fare la madre (lei che in effetti, ancora non la è). Ostilità da social: vigliacche e scomposte.

Ma Federica se ne fregherà anche stavolta, una pedata all'acqua e via: quando si va veloci non si cammina in punta di piedi.

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