Cronache

La doppia vita di Benno tra sport e fantasmi del passato: "La mamma aveva paura di lui"

Spuntano nuovi racconti e altri dettagli sul passato turbolento di Benno Neumair. "Madè e la mamma avevano paura di lui" dice un testimone

La doppia vita di Benno tra sport e fantasmi del passato: "La mamma aveva paura di lui"

La palestra, lo sport e le auto. E poi, la "fissa" per gli anabolizzanti e le belle donne. A distanza di poche settimane dall'inizio del drammatico "giallo di Bolzano", luci ed ombre si addensano attorno al nome di Benno Neumair, unico indagato per la scomparsa dei genitori Laura Perselli, il cui corpo è stato rinvenuto cadavere nell'Adige lo scorso sabato, e Peter Neumair, verosimilmente ancora disperso nel fiume. Secondo la procura di Bolzano, il trentenne custodirebbe la chiave di volta del delitto, detentore di una verità drammatica e dolorosa. Ma Benno, al chiuso di una cella di isolamento, nega ogni coinvolgimento nella vicenda continuando a professarsi innocente. "Non sono stato io", ripete ostinatamente.

Il volto social di Benno

Un ragazzo apparentemente tranquillo, di quelli che a buon cuore definiremmo "modello". E' quanto trapela dai profili social del trentenne bolzanino, supplente di matematica e amante dello sport. Una foto con la sorella Madè, medico e scrittrice di 26 anni, e poche altre in compagnia di amici. Un corpo scolpito al millimetro, scultoreo, che Benno esibisce su Facebook con invidiabile nochalance. "Come un animale si adatta al suo habitat, io trasformo il mio corpo in ferro", scrive in didascalia all'ennesimo scatto dove mostra i suoi muscoli. Vanità ma anche compiacimento ed autocelebrazione. Dal suo canale Youtube promette al mondo "non solo come avere un corpo perfetto, ma anche come avere un corpo bello e performante. Una Ferrari con cui andare a 200 all'ora, non solo una bella macchina per farsi vedere". Vuole "andar veloce", sempre di più. Forse troppo, forse al punto da perdere il controllo. "Che poi non mi si dica: lo sport non mantiene giovani", una frase di corredo all'ultimo contenuto visibile sulla sua bacheca. L'ultimo video prima che i riflettori della cronaca nera lo puntino.

"Sono venuto bene in foto?"

Non avrebbe smentito la sua impronta narcisistica neanche in carcere. "Sono venuto bene in foto?", ha chiesto agli agenti durante il fotosegnalamento. "Se sono venuto bene, potete anche pubblicarla", ha aggiunto. Un commento che, scevro da qualunque interpretazione di ordine psicopatologica, genera sgomento. Colpisce e affonda qualunque tentativo di fornire un supporto logico alla sua presunta o apparente spavalderia. Benno è chiuso in un cella di isolamento, lontano dalla sua zona di conforto, certo che non rivedrà mai più i suoi genitori, eppure sembra impassibile. Impermeabile alle emozioni al punto tale da sembrare immune all'accusa di duplice omicidio e occultamento di cadavere. Come ben ricorda il Corriere della Sera, avrebbe pianto solo una volta, quando i suoi legali gli hanno comunicato che il fiume Adige aveva restituto il corpo senza vita di mamma Laura. Lo ha fatto stringendosi in un lungo abbraccio al suo avvocato, Flavio Moccia, l'unico che crede al suo silenzio. Il trentenne si è avvalso della facoltà di non rispondere. Le uniche spiegazioni fornite agli inquirenti riguardano il passaggio nelle vicinanze del ponte di Valdena, la sera del 4 gennaio, lo stesso giorno in cui dei coniugi Neumair si sono perse le tracce. "Sono andato in un parchetto lì vicino per fumare uno spinello. C'è un motivo per cui ero da quelle parti", ha dichiarato durante l'interrogatorio. Ma su quel trabatello gli investigatori hanno rilevato anche tracce ematiche di Peter, suo padre. Coincidenze fatali che, col trascorrere dei giorni, cominciano a stridere con lo scottante carico probatorio raccolto in un fascicolo da mille pagine della procura di Bolzano. Benno resta l'unico indagato del caso.

I fantasmi del passato

Benno se ne sta in cella, certo della sua innocenza."Presto capiranno che non c'entro nulla", ripete con ostinazione. Non può leggere i giornali né guardare la tivù; non sa cosa accade fuori da quelle mura anguste. All'esterno del carcere si rincorrono voci, racconti e, forse, anche demoni del passato. Un testimone anonimo ha raccontato ai microfoni di Quarto Grado che il giovane, durante il breve periodo di permanenza in Germania, sarebbe stato ricoverato in psichiatria. A quanto pare, avrebbe puntato il coltello contro la fidanzata dell'epoca e, da ultimo, verso sé stesso. Una condotta bordeline per il quale il body-builder sarebbe stato sottoposto a terapia farmacologica. Un spaccato che, alla luce dei drammatici risvolti, getta ulteriori ombre sul giallo. Ci sono poi la lettera di allontamento dalla scuola in cui insegnava a seguito di un diverbio infuocato con una collega, le rimostranze di alcuni genitori e dei vicini di casa dei coniugi Neumair. Infine, c'è la sorella Madè che ha preso le distanze dal fratello dopo il fermo. Distanze, in realtà, già incolmabili in tempi non sospetti. "Madè e la mamma avevano paura di lui", riferisce un conoscente vicino alla famiglia. Altre bugie e verità nascoste potrebbero emergere tra le mura silenziose della casa di via Castel Roncolo, dove l'accusa ritiene che Benno abbia ucciso i genitori. L'unica certezza, al momento, è il corpo senza vita di Laura Perselli che il fiume ha resituito dopo circa un mese di ricerche.

Ora, manca all'appello soltanto quello di papà Peter per chiudere il drammatico cerchio.

Commenti