Cronache

Latina, cibi di lusso in cella e droga coi capi criminali: fermati agenti del carcere

I carabinieri hanno dato esecuzione a 34 misure di custodia cautelare, portando in carcere i capi della malavita e due agenti di polizia penitenziaria. Il Sindacato: "Noi in prima linea per eliminare le mele marce"

Latina, cibi di lusso in cella e droga coi capi criminali: fermati agenti del carcere

Una maxi operazione ai danni dei capi della malavita. È quella portata a termine questa mattina dai carabinieri di Latina, che hanno dato esecuzione a 34 misure cautelari. Le ipotesi di reato sono spaccio, detenzione illecita di sostanze stupefacenti, corruzione, falso ideologico e altri reati. Nell'indagine, che ha portato alla maxi operazione di oggi, sarebbero coinvolti anche due operatori del carcere di Latina, che permettavano ai capi criminali di svolgere attività illecite dall'interno della Casa circondariale.

Nel carcere, dove questa mattina all'alba è scattato il blitz, arrivavano anche droga e cibi prelibati. Dalle loro celle, i capi della malavita potevano organizzare assetti criminali, grazie alla collaborazione di un agente e un ispettore della polizia penitenziaria, che figurano tra i 34 fermati dai carabinieri.

Gli investigatori sono riusciti a smantellare due organizzazioni criminali, una esterna al penitenziario, dedita soprattutto allo spaccio di dorga, e una interna al carcere, che gestiva i traffici e organizzava le attività illecite. L'indagine era partita nel 2017 e si era divisa in due filoni: da un lato un'inchiesta sulle anomalie riscontrate dalla polizia penitenziaria all'interno del carcere, dall'altra i controlli sulle organizzazioni che si dedicavano allo spaccio.

In manette sono finite 34 persone: per 30 di loro è scattata la custodia cautelare in carcere, mentre per gli altri 4 sono stati previsti gli arresti domiciliari. Tra i 34 fermati risultano anche i due agenti penitenziari.

"La Polizia Penitenziaria è in prima linea per eliminare le mele marce", ha detto Donato Capece, segretario generale del Sindacato autonomo polizia penitenziaria Sappe, commentando gli arresti.

Poi, ha aggiunto: "Il corpo di polizia penitenziaria è una Istituzione sana".

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