Cronache

Ecco chi sono gli imam predicatori d'odio in Italia

Sono tanti i casi di imam integralisti espulsi negli ultimi due anni dal ministero degli Interni

Ecco chi sono gli imam predicatori d'odio in Italia

Dopo la strage di Nizza, l’emergenza Isis si fa sempre più forte. La conversione-lampo dell’attentatore franco-tunisino fa emergere aspetti sempre più inquietanti del proselitismo compiuto dai seguaci del Califfato. È per questo che negli ultimi due anni il ministero degli Interni ha emesso numerosi decreti di espulsione anche verso alcuni imam considerati radicalizzati.

È il caso del 37enne algerino, Sofiane Mezzerregres, l’imam di Schio, in provincia di Vicenza, che, secondo le indagini, insegnava ai bambini l’odio verso la cultura occidentale. A scuola erano arrivati a tapparsi le orecchie pur di non sentire la musica e si rifiutavano di usare gli strumenti musicali perché questo era considerato un peccato. L’Imam di Capannori, in provincia di Lucca, Abdel Mounime Halda, un marocchino di 33 anni, è stato espulso per “chiare evidenze di azioni di radicalismo e di radicalizzazione estrema e anche di proselitismo”.

Molto spesso la radicalizzazione avviene nelle moschee-garage non autorizzate e nascoste nei posti più impensabili. È qui che predicano Imam improvvisati di cui non si sa nulla e che spesso si adoperano per arruolare combattenti da spedire in Siria tra le fila dello Stato islamico. Personalità di questo tipo sono presenti anche nei centri di accoglienza, come nel caso del somalo fermato a Campobasso. L’autoproclamato imam aveva detto agli immigrati del centro, di aver aderito agli obiettivi e ai metodi delle organizzazioni terroristiche come "al Shabab" e "Daesh" e gli incitava ad azioni violente contro Roma. Diffondeva l’ideologia con la preghiera e propagandava il terrorismo di stampo islamico con filmati di azioni violente compiute dagli integralisti islamici.

Secondo il dossier del Centro internazionale antiterrorismo israeliano, visionato da Il Tempo, i processi di radicalizzazione sono uno dei fattori principali legati al rischio di attentati. Gli imam-predicatori presenti in Italia rappresentano un pericolo che si è manifestato apertamente “dopo l’attacco terroristico del 2003 da parte di Al Qaeda ai soldati italiani a Nassirya in Iraq”.

Gli Imam radicalizzati pescano tra coloro che hanno problemi di droga, guai con la giustizia o situazioni di ristrettezze economiche.

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