Ecco gli ordigni della morte che hanno ammazzato i vigili di Alessandria

Ora spunta un'altra pista: i dissidi tra il proprietario dell'abitazione e il figlio. Il procuratore: "Esplosione voluta e deliberatamente determinata"

Ecco gli ordigni della morte che hanno ammazzato i vigili di Alessandria

Nuovi sviluppi sulla tragica morte dei tre vigili del fuoco di Alessandria. Dopo l'audio choc sono state rinvenuti degli inneschi: collegati a una bombola inesplosa c'erano dei fili elettrici e un timer. La serie di elementi a disposizione fa pensare che i pompieri siano finiti in una vera e propria trappola. Giunto sul luogo del dramma anche il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese: "Era assolutamente dovuto essere qui. Parliamo di carabinieri, di vigili del fuoco, è evidente che la presenza del ministro dell'Interno sia una presenza dovuta. Ho un grande dolore, ho voluto essere qui anche per le famiglie".

Il sindaco Gianfranco Cuttica di Revigliasco ha intenzione di proclamare il lutto cittadino in occasione dello svolgimento delle esequie dei vigili del fuoco deceduti. L'amministazione comunale intanto ha deciso di esporre bandiere a mezz'asta sul palazzo comunale di Alessandria e sugli edifici comunali in segno di lutto.

Il procuratore capo di Alessandria Enrico Cieri ha confermato l'ipotesi del dolo: "Stiamo esaminando i reperti che abbiamo trovato, stiamo scavando tra le macerie abbiamo trovato un timer e una bombola di gas che è stata sequestrata e tutto questo ci fa pensare che l'esplosione sia stata voluta e deliberatamente determinata". Intervenuto anche il questore Michele Morelli: "Si pensa che si possa escludere una pista eversiva. Oltre non posso andare, ma le prime ipotesi escludono questa matrice. Gli investigatori sono al lavoro".

I dissidi

A rafforzare questa pista è l'ipotesi al vaglio degli inquirenti relativa ai dissidi tra il proprietario dell'abitazione e il figlio. Si tratta tuttavia di sole ipotesi di lavoro: è stato sottolineato che le indagini stanno proseguendo a 360 gradi. Commosso il padre del proprietario della cascina esplosa: "Mi dispiace per i ragazzi che sono morti, non si deve morire sui luoghi di lavoro". Appresa la notizia dalla tv e dalle telefonate dei parenti, l'uomo si è recato sul posto con la moglie: "Mio figlio aveva comprato questa casa alcuni anni fa, l'ha messa a posto, ha fatto anche due scuderie e ci ha vissuto più o meno fino a due anni fa, poi è andato ad Alessandria dove lavora con i programmi. Altro non so dire".

Questa versione però non ha fornito "nulla di significativo se non una mera ricapitolazione dei fatti. Sono tutte informazioni che vanno comparate, bilanciate, esaminate, pesate".

Il procuratore ha ribadito che ci si trova solamente all'inizio dell'indagine: "C'è un lavoro di accertamento tecnico, di attività scientifica affidata ai carabinieri di Alessandria e del Ris di Parma. Stiamo lavorando".

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