"Ecco perché l’Esercito può combattere gli sciacalli"

L'ex generale degli Alpini Carlo Cabigiosu: "Abituati al controllo del territorio". Il Prefetto di Modena: valutiamo

"Ecco perché l’Esercito può combattere gli sciacalli"

Il prefetto di Modena è pronto a mobilitare i soldati per fermare gli sciacalli del terremoto. "Stiamo valutando un possibile intervento dell'esercito. So che alcuni comuni ne hanno fatto richiesta. Se sarà possibile e necessario senz'altro lo richiederò" ha dichiarato Benedetto Basile, rappresentante del governo nel capoluogo emiliano. La prefettura ha rinforzato il presidio delle forze di polizia per un totale di 395 agenti. Giovedì gli sciacalli si sono spacciati per la Protezione civile invitando i terremotati a lasciare le case con l'obiettivo di depredarle. L'ex generale degli alpini, Carlo Cabigiosu, spiega come potrebbero venir utilizzati i soldati per la sicurezza dei terremotati.

Contro gli sciacalli va mobilitato l'esercito?
«In caso di carenza di personale delle forze dell'ordine il controllo del territorio può venir svolto dagli uomini dell'esercito. Nelle missioni all'estero controlliamo il territorio, ovviamente in una situazione più vicina alla guerriglia piuttosto che al contrasto della criminalità, organizzata o meno, ma sempre di controllo del territorio si tratta».

Questo significa che i militari sarebbero pronti?
«Sì ed in ogni caso stiamo parlando di situazioni che si risolvono con pattugliamenti delle città e paesi disastrati. Oppure utilizzando qualche sistema di sorveglianza particolare di cui è dotato l'esercito».

A cosa si riferisce?
«Abbiamo dei radar terrestri che da una certa distanza potrebbero individuare i malintenzionati che si avvicinano alle aree abbandonate dagli abitanti. Poi buona parte delle nostre unità di fucilieri utilizza apparati per la visione notturna. In pratica i soldati "vedono" nel buio, mentre non tutte le forze dell'ordine hanno in dotazione questo equipaggiamento».

Per sorvegliare le aree terremotate servirebbero i velivoli senza pilota utilizzati in Afghanistan?
«La legislazione per l'impiego di questi mezzi sul territorio nazionale è molto restrittiva rispetto al teatro operativo all'estero. Potrebbero essere utili, ma ci sono gli elicotteri che anche di notte possono controllare dal cielo i casolari abbandonati facile preda dei delinquenti».

I soldati possono sparare a vista sugli sciacalli?
«No. Probabilmente verrebbero realizzate delle pattuglie miste con un rappresentante delle forze dell'ordine, che come pubblico ufficiale procederebbe all'arresto. Più o meno simile a quello che è accaduto con l'operazione Vespri siciliani contro la mafia, che prevedeva perquisizioni, posti di blocco ed identificazione di sospetti».

Il direttore de Il Giornale ha scritto che sarebbe meglio ritirarci dall'Afghanistan e mobilitare i nostri soldati in patria per tragedie come il terremoto. Cosa ne pensa?
«Le decisioni sull'Afghanistan non vanno prese isolatamente o nel momento in cui c'è l'esigenza di aiutare i terremotati. Piuttosto dobbiamo chiederci se l'entità dello sforzo in Afghanistan è commisurato a quelle che sono le effettive necessità del nostro paese a livello internazionale, oppure se potremmo avere la stessa rilevanza con un impegno minore».

Tenendo conto del rapporto costi e benefici vale la pena mobilitare l'esercito per un terremoto?
«L'esercito costa quanto i carabinieri che servirebbero da rinforzo e verrebbero trasferiti da altre zone.

In passato è stato utilizzato in maniera massiccia con i soldati di leva, che costavano molto meno rispetto ai professionisti di oggi. Il problema è che in questo momento sono state individuate altre esigenze di impiego dei militari, come la protezione di obiettivi a rischio terrorismo in tutt'Italia».

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