Coronavirus

Ecco la verità sulla sottovariante Kappa

A tener banco in queste ore, oltre alla variante Delta, è la sottovariante Kappa, potenzialmente più trasmissibile e capace di neutralizzare gli anticorpi: abbiamo chiesto il parere ad un esperto microbiologo, ecco cosa ci ha detto

Ecco la verità sulla sottovariante Kappa

La variante Delta che si diffonde sempre di più e desta preoccupazione è già stata "superata" da una nuova variante potenzialmente più trasmissibile e pericolosa denominata sottovariante Kappa che, rispetto alla Delta, ha una mutazione che preoccupa per la facilità con cui potrebbe eludere gli anticorpi neutralizzanti dei vaccini e della precedente infezione.

Di cosa si tratta

La vicepresidente e assessora al Welfare, Letizia Moratti, nel corso di una conferenza stampa sulla campagna vaccinale ha fatto il punto della situazione affermando che in Lombardia "i dati sulle indiane, Delta e Kappa, ci dicono che sono diffuse, rispettivamente, con una percentuale del 3,25% e dello 0,8%". Per saperne di più, abbiamo intervistato in esclusiva per ilgiornale.it il Prof. Francesco Broccolo, Docente di Microbiologia Clinica presso l’Università Milano-Bicocca e Direttore responsabile del laboratorio di Analisi Cliniche per Cerba. Prof. Broccolo, cos'è la sottovariante Kappa? "La sottovariante Kappa è la variante definita Delta plus perché ha in più una mutazione particolare che si vedeva già nella variante sudafricana che è la K417N. Questa sottovariante è una variante Delta con una mutazione che non è nuova ma il virus aveva già selezionato mesi prima in quella che chiamiamo variante Beta o sudafricana perché l'avevamo vista per la prima volta in Sudafrica ma ormai questa distinzione della localizzazione non c'è più perché si sono diffuse in molti Paesi", ci ha detto il microbiologo.

La paura, adesso, è che la variante Kappa possa sfuggire del tutto agli anticorpi."Ha potenziato ulteriormente la trasmissibilità e l'escape, cioè la fuga dagli anticorpi neutralizzanti evocati sia da una precedente infezione naturale e sia dal vaccino. Ecco perché ci preoccupa, perchè ha un doppio ruolo: si trasmette ancor di più e sfugge ancor di più agli anticorpi prodotti dalla malattia precedente o dal vaccino. Ecco perchè sia la variante Delta che la Delta plus possono essere contratte da soggetti che hanno già avuto il Covid con la sudafricana, con la brasiliana o con la variante inglese".

Scacco "quasi" matto al virus?

Queste mutazioni, però, lasciano ben sperare perché c'è un significato ben preciso a tutto quello che sta accadendo. "Il virus sembra non avere più molto spazio per inventarsi le mutazioni, sta giocando a scacchi sempre con le stesse mutazioni, le sta mixando in modo diverso ma sempre quelle sono. La sottovariante Kappa è sempre la variante Delta con l'aggiunta di una mutazione particolare della variante sudafricana, il virus non ha inventato niente di nuovo. Sono tutte mutazioni già presenti in era pre-vaccini, le avevamo già viste distribuite in varianti diverse quando ancora non si vaccinava: ad esempio, la variante indiana, quindi Delta, in India è sorta quando ancora non si vaccinava, così come quella inglese. La sensazione è che il virus abbia perso la fantasia per nuove mutazioni, è con le spalle al muro e non sa più dove andare, le mutazioni le fa ma non rimangono e non sono vantaggiose: le più importanti sono la K417N, la 484K, la 501Y, sono sempre le stesse ricombinate in modo diverso", aggiunge Broccolo.

Ancora non si sa, invece, cosa potrebbe accadere man mano che la pressione dei vaccini aumenterà, se il virus messo definitivamente con le spalle al muro o se inventerà nuove mutazioni. "Questo è difficile da sapere, soprattutto è più probabile che avvenga se la vaccinazione non procede con un colpo secco a livello mondiale: se ci troviamo Paesi iper vaccinati come Israele e Gran Bretagna e un'India o un'Africa completamente non vaccinati, è probabile che questo possa accadere. La vaccinazione deve andare avanti di pari passo a livello mondiale altrimenti si rischia che si crei davvero una pressione selettiva che permetta al virus di inventarsi qualcosa di nuovo".

Delta e sottovariante Kappa, quale dobbiamo temere di più?

Delta e sottovariante Kappa sono entrambe "figlie" della famosa variante indiana di cui si parlava qualche mese fa. Per evitare confusione, abbiamo chiesto al Prof. Broccolo di fare chiarezza e spiegarci la differenza tra le due, quale è la più pericolosa e per quale motivo, cosa cambia tra le due. "Qualche mese fa parlavamo di variante indiana e poi abbiamo scoperto che l'indiana ha tre sottotipi di varianti: la B.167.1, B.167.2, B.167.3. Tra queste tre, abbiamo dato il nome Delta soltanto alla B.167.2 perché è quella che ci preoccupa ed abbiamo definito 'variant of concern', cioè variante di preoccupazione, perché ha quel mix di mutazioni che più ci preoccupano. La Kappa, invece, è una sottovariante della Delta che ha in più la mutazione K471N che già avevamo visto nella variante sudafricana. Tra le due, ci preoccupa di più senz'altro la variante Kappa, che è una Delta potenziata che sfugge agli anticorpi neutralizzanti".

Come scritto in apertura, Letizia Moratti ha sviscerato alcune percentuali che riguardano la presenza di queste nuove varianti in Lombardia: la situazione, però, non è così chiara e definita. "Non possiamo dirlo perché, di fatto, non stiamo cercando. Mentre la Germania sequenzia al 5% e la Gran Bretagna al 30%, noi stiamo sequenziando così poco, all'1,3%, che non possiamo permetterci di dire qual è la prevalenza della variante Kappa o Delta in Italia. Tutto tende alla variante Delta e Kappa perché in Gran Bretagna la Delta ha già sostituito l'Alfa, che è quella inglese, al 95%, ed anche noi arriveremo a questa percentuale. Dobbiamo soltanto rallentare questa diffusione ma non possiamo fermarla perchè non possiamo chiudere le persone in casa, si diffonderà. Dobbiamo rallentarla per dare il vantaggio alle vaccinazioni: mentre noi le intercettiamo con gli screening, le vaccinazioni proseguono e ci coprono almeno dalla malattia grave e dalla morte ma il virus continua a diffondersi. I vaccini vengono bucati dal punto di vista virologico con le varianti ma non vegono bucati dal punto di vista clinico, cioè le persone vaccinate si salvano e non si ammalano gravemente".

Perchè la Kappa "sfugge" agli anticorpi

In conclusione, la variante Kappa è più pericolosa come trasmissibilità perché elude i vaccini o in entrambi i casi? "Sui vaccini è presto per dirlo: la K417N è stata descritta perché sfugge agli anticorpi neutralizzanti, fa meno presa: chi ha anticorpi perché si è vaccinato o perché si è infettato con la variante inglese, riconoscono fino a 10-15 volte meno la variante Kappa. Non scappa completamente ma sfugge parzialmente. E quel plus in più che ha rispetto alla Delta non è sulla trasmissibilità, già altissima, ma è sulla fuga agli anticorpi di vaccino e precedente infezione naturale", ci dice il microbiologo, al quale abbiamo chiesto se maggiore trasmissibilità si traduce in una malattia più grave in chi ha fatto il vaccino oppure no. "La maggiore trasmissibilità si traduce non in una maggiore letalità ma in una maggiore ospedalizzazione: a parità di soggetti non vaccinati, la regola è più trasmetti e più ospedalizzi ma non è detto che sia più letale o aggressiva ma, infettando più persone, ha una probabilità maggiore di ospedalizzare. È questa la differenza più importante che tutti i giornalisti sbagliano tra mortalità e letalità: letalità significa più cattiva e virulenta, mortalità significa trasmetto di più ed, infettando di più, ospedalizzo di più.

Non abbiamo ancora dati ma la Kappa, rispetto alla Delta, potrebbe essere più letale perché sfugge di più agli anticorpi neutralizzanti", conclude.

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