Cronache

"Le elezioni comunali di Chivasso condizionate dalla 'ndrangheta"

Maxi operazione dal Piemonte allla Calabria: 22 arresti. A Chivasso, inquinate le elezioni comunali che portarono all’elezione del sindaco Pd

"La ’ndrangheta ha determinato l’esito complessivo delle elezioni amministrative comunali svoltesi in Chivasso nel 2011". È questo uno degli elementi principali che emergono dalle indagini coordinate dal pool di magistrati antimafia guidato dal procuratore aggiunto Sandro Ausiello e riguardanti le infiltrazioni della criminalità organizzata nel Torinese, soprattutto nella zona di Chivasso.

Una maxi operazione dei carabinieri del capoluogo piemontese ha portato all'arresto di ventidue persone, accusate a vario di titolo di associazione di tipo mafioso, traffico di sostanze stupefacenti, porto e detenzione illegale di armi, estorsione e ricettazione.

L’operazione, denominata Colpo di coda, si è svolta tra le province di Torino e Vercelli e la Calabria.
Ad alcuni degli arrestati sono stati anche sequestrati beni mobili e immobili del valore stimato in diversi milioni di euro.

Le elezioni inquinate dalla 'ndrangheta sono quelle del giugno 2011 e portarono all’elezione
del sindaco di centrosinistra Gianni De Mori (Pd), che non è indagato, e che si è poi dimesso nel gennaio 2012. Secondo quanto ricostruisce il giudice nell’ordinanza di 341 pagine, inizialmente la ’ndrangheta avrebbe voluto inserire vari candidati nelle liste ma poi gli affiliati avevano deciso "di non schierarsi nelle liste di uno dei due candidati a sindaco che risultavano chiaramente favoriti (ovvero
Bruno Matola per il Pdl e Gianni De Mori per il Pd), ma di favorire la lista capeggiata da Massimo Striglia, segretario provinciale dell’Udc (che non è indagato, ndr)"
.

Lo scopo era "rendere necessario il ballottaggio, evitando che una delle due liste favorite potesse vincere al primo turno e, così, a far diventare decisivo per la vittoria dell’uno o altro schieramento e quindi per la designazione del sindaco". Una volta raggiunto l'obiettivo, "forti dei voti raccolti e chiaramente determinanti per la vittoria al secondo turno, i sodali contattavano gli esponenti dei due partiti maggiori allo scopo di verificare quale delle due coalizioni avrebbe offerto loro le cariche più importanti nella nuova giunta comunale in cambio dell’appoggio elettorale", scrive ancora il Gip.

Secondo cui, alla fine, "l’associazione decideva di appoggiare la coalizione di centro-sinistra dietro la promessa di un assessorato, di un consigliere comunale e di altre cariche di rilievo: l’intera operazione elettorale conseguiva il successo sperato e, alla fine, risultava eletto sindaco di Chivasso il candidato Gianni De Mori, esponente del centro-sinistra".

In tutto questo gioco di scambi, l'Udc non ottenne l’assessore che era stato promesso perché, secondo gli inquirenti, in quel periodo era scattata un’operazione contro la ’ndrangheta che aveva portato a 146 arresti.

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