Elogio di Luca Casarini

Gentile Luca Casarini, è da giorni che ci riproponiamo di scriverLe, pur temendo di distrarLa dai Suoi impegni: scaricare migranti, caricare carte di credito, predicare accoglienza

Elogio di Luca Casarini
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Gentile Luca Casarini, è da giorni che ci riproponiamo di scriverLe, pur temendo di distrarLa dai Suoi impegni: scaricare migranti, caricare carte di credito, predicare accoglienza. Lei, per noi, è più di un esempio virtuoso! Se ce lo permette, un Santo. Un Apostolo!

Salvare le vite in mare è un atto nobile, ma usare il Vaticano come un bancomat per noi che ai tempi dell'oratorio non riuscivamo a scroccare al Don neppure il ghiacciolo beh, è eroico. Ci fidiamo di Lei quando, dopo aver usato le donazioni alla Sua Ong per fare beneficenza a se stesso, ha detto che «Questa è la Chiesa che ci piace». Come negarlo? Lo ha anche confessato: «Se non ci fossero i migranti, sarei dovuto andare a lavorare al bar». Quello che ha aperto a Marghera: L'Osteria allo Sbirro morto. Posto suggestivo.

E comunque la Sua frase finita nelle intercettazioni - «Ho chiesto i soldi al Papa, è meglio di Soros» - è da Nobel. Non per la Pace. Per l'Economia.

Casarini, ci creda: non abbiamo avuto bisogno di leggere le Sue imprese sui giornali. Avevamo già capito tutto quando, a una manifestazione, senza megafono li chiamava «migranti del cazzo» e a favore di telecamere «fratelli migranti». Un genio.

Speriamo che le brutte voci che girano su di Lei cessino di

infangare la Sua missione umanitaria, del tutto aliena da bassi interessi personali. L'Italia ha bisogno di gente come Lei e Soumahoro.

Con piramidale stima, una persona che grazie a Lei ha ripreso a fare l'elemosina a Messa.

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