
Noi che - figuriamoci - condanniamo sia i crimini di guerra dell'esercito israeliano sia i terroristi di Hamas, siamo rimasti colpiti dal caso di Francesca Albanese, la relatrice speciale Onu per i diritti umani in Palestina (diffidiamo sempre di chi non si capisce che lavoro faccia) che il Segretario di Stato statunitense ha accusato di antisemitismo e di portare avanti «una campagna di guerra politica ed economica contro Usa e Israele».
Ora. C'è capitato di sentire Francesca Albanese in qualche talk. E al netto dell'impressione che sia una di quelle persone che dicono cose di dubbio gusto ma di indubbia inutilità, abbiamo solo capito che ha millantato per anni di essere avvocato; non le interessa tanto la Palestina quanto demonizzare Israele; minimizza sfiorando il negazionismo gli stupri del 7 ottobre; a volte parla come fosse il portavoce di Hamas; una sera ci è sembrato che giustificasse il terrorismo; odia l'Occidente libero pur vivendoci liberamente; Inghilterra, Canada, Francia e Germania hanno chiesto la sua rimozione dalla carica.
A parte questo ha un discreto curriculum. E infatti vorremmo stare dalla sua parte.
Poi però abbiamo visto chi la difende: un gruppo di economisti veteromarxisti, la Boldrini, Elly Schlein, pezzi di Pd all'ultimo stadio e una falange di intellettuali di sinistra che sono più di sinistra che intellettuali. E così, anche se loro sono nel giusto facendo di un «martire» il classico utile idiota, preferiamo stare nel torto avendo il sospetto che sia piuttosto una idiota inutile.