Fuga finita dopo quattro mesi: evaso arrestato in Montenegro

Catturato il detenuto latitante Massimo Riella, condannato per rapina. L'uomo si nascondeva in Montenegro. Si attende l'estradizione

Fuga finita dopo quattro mesi: evaso arrestato in Montenegro

Evaso quattro mesi fa, il detenuto Massimo Riella, latitante da allora, è stato rintracciato e catturato dalle forze dell'ordine nella tarda serata di ieri. Il 48enne era finito dietro le sbarre del carcere Bassone di Como nel mese di dicembre, dopo aver rapinato due anziani. L'uomo era poi riuscito a scappare lo scorso 12 marzo nel corso di un'uscita sotto scorta concessagli per visitare la tomba della madre al cimitero di Brenzio, paesino sul lago di Como. In quell'occasione, Riella era riuscito a far perdere le proprie tracce, diventando di fatto un latitante. Nei suoi confronti era stato dunque emesso un mandato di cattura internazionale.

Ieri la svolta. La stretta collaborazione fra i vari organi di polizia ha infine portato alla cattura dell'evaso, rintracciato in Montenegro. Riuscito a fuggire dagli agenti di scorta, Riella si era infatti nascosto nei boschi del comasco, fino a lasciare l'Italia, probabilmente aiutato da qualcuno. In questi mesi gli uomini del Nucleo investigativo regionale della Lombardia, coordinati dal sostituto procuratore di Como Alessandra Bellù, hanno mantenuto sempre i contatti con i servizi di cooperazione internazionale, seguendo le tracce di Riella, prima in Montenegro, poi in Serbia, quindi ancora in Montenegro. Ed è stato proprio nel paese balcanico che le autorità locali lo hanno identificato, provvedendo al suo arresto.

La comunicazione dell'avvenuta cattura è stata inoltrata dal servizio di cooperazione internazionale dell'Interpol al Nucleo Investigativo della Polizia Penitenziaria. Si attende adesso l'estradizione del detenuto.

"Ho manifestato al direttore del Nic, Augusto Zaccariello, le mie congratulazioni per la cattura dell'evaso, chiedendogli di esternarle a tutto il personale del Nucleo e, in particolare, del Nir della Lombardia, per il contributo determinante prestato nella lunga e complessa attività di indagine, che ancora una volta dimostra la grande

professionalità del nostro personale", ha dichiarato in merito alla vicenda il capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria Carlo Renoldi, come riportato dalle principali agenzie di stampa.

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