Cronache

Il "fantasma" Messina Denaro pronto a muovere il suo esercito

Sgominata la rete di fedelissimi a Marsala: 14 arresti

L'identikit elaborato dalla Gdf
L'identikit elaborato dalla Gdf

Matteo Messina Denaro il "pacificatore" era pronto a tornare in azione risolutamente per sedare le tensioni nella cosca di Marsala. In realtà non ce n'è stato bisogno: i suoi diktat sono indiscutibili. Ma quel che conta è che si era detto "pronto a muovere" il suo "esercito", perché questo dà un'indicazione della forza attuale del superlatitante, da 24 anni un fantasma come Provenzano lo fu per oltre quattro decenni. Quell'"esercito" - come emerge dall'indagine culminata oggi nell'operazione "Visir" dei carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Trapani, coordinata dalla Dda di Palermo e culminata nel fermo di 14 fedelissimi del capomafia - era pronto a mettersi in marcia per placare le tensioni interne, a un passo dall'esplodere per la spartizione delle risorse finanziarie accumulate con affari illeciti come le estorsioni.

Così emerge che l'imprendibile boss nel 2015 era a Marsala. "Iddu u dissi", "lui l'ha detto", si sente affermare in un dialogo fitto e accorto tra due affiliati intercettati mentre sostenevano che il 'fantasmà, erede di Totò Riina, aveva trovato provvisoria dimora tra le campagne marsalesi e che voleva che si ristabilisse la pace o sarebbero intervenuti i suoi numerosi soldati per ristabilirla. In tale quadro, spiegano gli investigatori, "le indagini hanno fornito inediti e importanti elementi in ordine alla operatività e alla possibile periodica presenza di Messina Denaro nella Sicilia occidentale". E' così scattato il blitz, anche per fermare un probabile omicidio, nuovo capitolo di tensioni mai sopite. "Iddu" forse è altrove, ma la caccia continua.

Nella maxi operazione contro i fedelissimi del boss latitante sono state arrestate 14 persone indagate per associazione mafiosa, estorsione, detenzione illegale di armi e altri reati aggravati dalle finalità mafiose. Al centro delle indagini, la cosca di Marsala, di cui sono stati delineati gli assetti e le gerarchie.

Documentate anche tensioni interne al sodalizio per la spartizione delle risorse finanziarie derivanti dalle attività illecite e l'intervento pacificatorio, nel 2015, del latitante Matteo Messina Denaro.

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