La fatalità: Matteoli morto sulla strada che voleva cambiare

Il ricordo dell'ex sottosegretario ai Trasporti: "Se ci fosse stata quell’autostrada per cui tanto si era battuto, Matteoli non sarebbe morto"

La fatalità: Matteoli morto sulla strada che voleva cambiare

"Se ci fosse stata quell’autostrada per cui tanto si era battuto, non sarebbe morto". Lo dice con rammarico - secondo il Corriere - Mino Giachino, ex sottosegretario ai Trasporti quando il ministero era guidato da Altero Matteoli, morto oggi in un tragico incidente sull'Aurelia a Capalbio, in provicnia di Grosseto.

"Matteoli paga il no alle infrastrutture che blocca lo sviluppo e causa incidenti mortali", ha aggiunto Giachino, ricordando "i tre anni e mezzo di lavoro insieme, quando l'Italia è stato l'unico Paese in Europa a non avere un solo blocco dei tir".

"Fa riflettere che sia scomparso sull’Aurelia, proprio quella strada per cui si è impegnato tanto", gli fa eco il presidente della regione Toscana, Enrico Rossi, "Un impegno che abbiamo condiviso e che porteremo avanti con il recente adeguamento per la messa in sicurezza e nel rispetto dell’ambiente". "Era un uomo fortemente impegnato da sempre sul fronte della sicurezza stradale e di una mobilità più intelligente, efficiente e pulita", ricorda poi il presidente dell’Aci, Angelo Sticchi Damiani.

Proprio in quel tratto poco sicuro tra Civitavecchia e Grosseto - fa notare Libero - si erano concentrati gli sforzi dell'ex ministro dei Trasporti, che più volte aveva lanciato

l'allarme "sui pericoli degli incroci a raso" che costellano quei quasi 90 chilometri di strada. E proprio per questo si era battuto a lungo - e invano - per la costruzioe di un'autostrada che collegasse Livorno e Civitavecchia.

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