"Fate attenzione alle goccioline": così scatta la trappola contagio

La ricercatrice del San Raffale, Elisa Vicenzi, spiega i rischi di contagio. E avvisa: "Bisogna mantenere le distanze, un metro è poco, meglio due metri"

"Fate attenzione alle goccioline": così scatta la trappola contagio

Attenzione alle goccioline che escono dalle vie respiratorie, quando si parla, tossisce o starnutisce. Gli esperti lo ripetono dall'inizio dell'emergenza causata dal Covid-19: il virus si trasmette proprio a causa delle particelle prodotte in questo modo.

"Queste goccioline- aggiunge Elisa Vicenzi, della ricerca del San Raffaele di Milano, intervenendo ai Lunatici su Rai Radio2-si depositano sulle superfici inanimate. In particolare quelle poco porose come la plastica e l'acciaio. Queste goccioline rimangono lì per due o tre giorni". In questo lasso di tempo, può capitare che una persona tocchi con le mani queste superfici su cui si è depositato il virus. Se poi con le mani si tocca occhi, naso o bocca, rischia di infettarsi.

Fondamentale, quindi, il mantenimento della distanza sociale: "Almeno un metro, un metro è poco, due metri sono meglio. Manteniamo le distanze. Non stiamo in gruppo. Un metro è il minimo sindacale, sarebbe meglio mantenere una distanza di due metri". Per questo, anche se non è vietato uscire di casa per una passeggiata, non bisogna stare mai troppo vicini: "Prendere una boccata d'aria- specidica- fa bene alla nostra salute e al nostro stress. Non dobbiamo stressarci, cerchiamo di dormire bene, di bere tanta acqua". Ma, anche nelle uscite è necessario evitare assembramenti. Elisa Vicenzi riflette anche sul pericolo causato dalla paura di ammalarsi: "Il nostro benessere psicologico è fondamentale. Dobbiamo cercare di rilassarsi il più possibile". Infatti, secondo l'esperta, bisognerebbe eliminare la tensione, perché "se ci si sente ammalati al primo sintomo, si crea un meccanismo che deve essere evitato. L'ansia va combattuta, non giova a nessuno". Fondamentale per evitare il contagio anche l'igiene: "Lavarsi le mani e non portarsele al naso, al viso e agli occhi".

Ma quanto durerà l'emergenza in Italia? Una risposta non esiste ma, "con la stagione calda- precisa l'esperta- ci auguriamo che il caldo e l'umidità portino ad una maggiore inattivazione del virus. Questo non vuol dire che il virus sparisce, semplicemente viene inattivato".

Non è detto, però, che il virus si estinguerà, ma che "circoli di meno". "Ci auguriamo- conclude la ricercatrice del San Raffaele-che il virus possa acquisire dei cambiamenti, delle piccole mutazioni, che lo rendano meno virulento".

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