Ferragni madrina sinistra, il "marxismo" di Ursula e l'Italbasket: quindi, oggi...

Ferragni madrina sinistra, il "marxismo" di Ursula e l'Italbasket: quindi, oggi...
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- l’Ue vuole tassare i profitti delle aziende che producono e vendono elettricità. Primo appunto: smetterei di chiamarli “extraprofitti”, perché ogni profitto è “extra” (più di quello che costa produrre un bene). Secondo: mi fa un po’ paura questa frase di Ursula von der Leyen: “Nella nostra economia sociale di mercato, i profitti sono buoni. Ma in questi tempo è sbagliato ricevere straordinari profitti record beneficiando della guerra e sulle spalle dei consumatori”. E ancora: “In questi tempi, i profitti devono essere condivisi e convogliati a chi ne ha più bisogno”. In sostanza lo Stato sceglie quando un profitto è “extra” e quando no. Decide quando è “il tempo” per fare profitti (e come). E soprattutto decide (in modo retroattivo) di usare la tua ricchezza per “condividerla” con i meno abbienti. Qui c'entra poco la dottrina cattolica: se l’avesse detto Marx, non ci saremmo stupiti

- sulla storia dei presunti finanziamenti russi ai partiti in giro per il mondo, vorrei solo far notare che esisteva eccome un movimento che per anni ha incassato rubli su rubli. Ed era il Partito Comunista, padre putativo del Partito Democratico. Per di più, li incassava quando c’era la Guerra Fredda e l’Urss sperava di conquistare il mondo. Se non era alto tradimento quello, perché dovrebbe esserlo oggi?

- fatto sta che il tempismo Usa su questa storia a 10 giorni dal voto un po’ puzza. Soprattutto perché - come prevedibile - tutti senza dirlo puntano il dito contro la Lega, nonostante da anni la procura sia alla ricerca di prove che non ha ancora trovato

- checché ne dica Pif, ha ragione Laura Pausini su Bella Ciao e vi spiego perché. Bella Ciao è diventato un canto “di sinistra”, non di Resistenza. O meglio, è il canto di chi ancora legge la politica attuale con gli occhi di 75 anni fa. È l’inno di chi ha “perdonato” alla sinistra la sua eredità sovietica e comunista, ma non accetta che la destra conservatrice si sia evoluta rispetto agli antenati post-fascisti. La sinistra ha fatto un suo percorso: Togliatti viaggiava in Urss, Berlinguer è andato avanti ma pur sempre comunista era, poi ci sono stati Ochetto, il Pds, i Ds e infine il Pd. La destra ha fatto lo stesso percorso: da Salò è passata al Msi, poi ad An, poi ancora il Pdl e infine Fratelli d’Italia. Eppure i primi sono legittimati, perché bollinati col marchio “antifa”; i secondi invece no, sono “l’onda nera” pericolosa da arginare. Ecco allora perché Bella Ciao è “divisivo”. Perché è il canto che discrimina a priori tra i buoni (quelli di sinistra) e i cattivi (quelli di destra), qualsiasi percorso evolutivo abbiano intrapreso

- Chiara Ferragni fa il suo appello al voto, ovviamente contro il centrodestra. Legittimo, per carità, diventare la madrina (ricca) della sinistra. Però condividere un post dove si definisce “carneficina” un possibile governo di centrodestra è un errore che neppure la regina delle influencer dovrebbe fare. Né Meloni né i suoi elettori possono essere additati di eventuali “carneficine”. Quando è troppo, è troppo

- Di Maio ballerino che si fa tirare su sulle di Dirty Dancing è veramente l’ultima cosa che speravo di vedere prima di morire

- parliamo di Italbasket, anche se interesserà una fetta minore di lettori. Partita monumentale, con tanta voglia nonostante un inizio traballante. Senza avere dei lunghi è difficile vincere certe partite, quando 4 punti rubati sotto canestro conterebbero come l’oro. Ma onore ai ragazzi di Pozzecco: ci hanno fatto impazzire

- da domani Fontecchio tirerà 10mila tiri liberi ogni sera ripensando ai due tragici errori a partita quasi finita

- Poz ha dato un cuore a questa squadra, che comunque ci aveva già portato ai quarti delle Olimpiadi con Meo Sacchetti.

Però deve imparare a trattenersi: prendere un tecnico in certe partite è un errore. Che rischi di pagare grosso

- titolo di Repubblica: “Fabio Fazio come Willy Wonka: rileva una fabbrica di cioccolato”. C’è bisogno di dire altro?

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