Cronache

Figlia 33enne guadagna 700 euro al mese: "Papà le dia la paghetta"

Lo ha stabilito il Tribunale: il padre non può smettere di aiutare la figlia 33enne che guadagna 700 euro al mese e vive con la madre

Figlia 33enne guadagna 700 euro al mese: "Papà le dia la paghetta"

Ha 33 anni e un lavoro da 700 euro al mese con cui non riesce a mantenersi. Il padre la deve aiutare economicamente e contribuire ogni mese al suo mantenimento fino a quando la figlia non avrà un'entrata sicura. Lo ha stabilito il Tribunale che ha condannato a due mesi di carcere l'uomo: il padre aveva smesso da qualche anno di versare ogni mese alla figlia la somma di 258 euro. Ora però dovrà tornare a pagare e potrà avere la sospensione condizionale solo nel caso in cui versi subito una provvisionale di 3000 euro in favore della figlia.

Nonostante l'uomo abbia dichiarato di essere nullatenente e senza lavoro, il giudice pare essersi basato sulla responsabilità genitoriale: nonostante l'età della figlia, il padre non può smettere di aiutare la ragazza.

Come riporta Repubblica, la vicenda ha inizio nel dicembre 2014 quando la giovane denuncia il padre che aveva smesso di versarle soldi già dal 2012. Con l'uomo, divorziato dalla madre, la giovane ha sempre avuto rapporti complicati ("Non c'è mai stato un bel rapporto tra di noi. Non ho bei ricordi", ha dichiarato la ragazza in aula). All'ex moglie, secondo le disposizioni del giudice, avrebbe dovuto corrispondere 500 mila lire. "Saltava alcune mensilità e non ha mai provveduto a versare il 50 per cento delle spese extra a mia madre poi dal dicembre del 2012 ha cessato ogni versamento - ha deunciato la figlia -. Questo comportamento di mio padre mi sta causando gravissime difficoltà economiche, oltre a una gravissima frustrazione e a un senso di disagio perché devo sempre far ricorso all'aiuto di mia madre".

In aula, la 33enne ha dichiarato di non aver avuto la possibilità di frequentare l'università e di aver svolto per anni lavoretti saltuari. Nel 2015 un part time da 600 euro mentre "Adesso ne guadagno 786, vivo sempre con mia mamma", ha raccontato al giudice.

Ma il padre si è difeso spiegando di aver smesso con i versamenti alla figlia "Perché era grande, sapevo che stava lavorando. Se mia figlia fosse stata disabile o avesse avuto dei problemi, sarei andato anche a rubare per darle dei soldi. Ma da quando è maggiorenne ha sempre lavorato e questo per me era motivo di orgoglio". Poi ha dichiarato di avere difficoltà economiche e di essere attualmente senza un lavoro.

Il giudice però non ha creduto alle sue parole e lo ha obbligato a rincominciare con i versamenti alla giovane.

Non conta l'età: i genitori sono responsabili e devono continuare ad aiutare i figli fino a quando non avranno una stabilità lavorativa.

Commenti