Cronache

Quei "furbetti" col reddito 5S: così hanno intascato 56mila euro

Dieci persone smascherate dai carabinieri: sottratti illecitamente 56mila euro

Militari dell'Arma impegnati in un controllo
Militari dell'Arma impegnati in un controllo

Smascherati altri presunti “furbetti” del reddito di cittadinanza. Si tratta di soggetti che, pur non avendone diritto per carenza di possesso dei requisiti previsti dalla legge, avrebbero comunque intascato il sussidio dello Stato, sottraendo importanti somme di denaro pubblico.

Dieci le persone denunciate a piede libero dalla Procura della Repubblica di Catanzaro. I finti poveri sono stati scoperti all’esito di mirati controlli effettuati dai Carabinieri di Gimigliano, località in provincia di Catanzaro, in Calabria.

I nuovi presunti “furbetti” del reddito di cittadinanza sono stati scovati vagliando 150 singole situazioni, considerate anomale dagli investigatori, anche e soprattutto perché non rientranti al di sotto della soglia di povertà.

Il riferimento è, in particolare, a residenze fittizie, a percezione di redditi non dichiarati, ma anche a comunicazione di dati inerenti il nucleo familiare non rispondenti al vero. Informazioni omesse o alterate al solo scopo di ottenere indebitamente il sussidio, danneggiando così lo Stato.

Secondo quanto emerso in questa primissima fase delle indagini preliminari, illecitamente sarebbero stati sottratti allo Stato circa 56mila euro, che ora si cercherà di recuperare, anche se ciò appare ardua impresa. I requisiti per accedere al reddito, com’è noto, sono sostanzialmente di tre tipi e tengono conto del patrimonio del richiedente, ma anche delle caratteristiche del proprio nucleo familiare. Capita spesso, però, che ad ottenere il sussidio possano essere proprietari di avviate attività economiche e di case di lusso, oppure famiglie il cui reddito è superiore a quello denunciato. Una incidenza determinante nella concessione del sussidio riguarda le famiglie “allargate” in modo sospetto, composte da soggetti che di fatto risiedono altrove. L’Inps interviene con verifiche automatiche basate sulle banche dati, ma spetta alle forze dell’ordine il controllo successivo, finalizzato ad accertare la sussistenza di veri e propri falsi e relativi reati, così come accaduto.

Anche in questa inchiesta condotta dai Carabinieri, questi indicatori sono risultati sballati e, pertanto, sono saltati fuori dieci presunti “furbetti”, i quali dovranno ora cercare giustificare la propria condotta.

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