Cronaca locale

"Il finto runner mirava alla testa". Gli spari tra i bagnanti al mare

Il sicario è arrivato con un complice a bordo di uno scooter nero e ha esploso due colpi di pistola. La vittima, un 38enne albanese, ha diversi precedenti per traffico di droga

"Il finto runner mirava alla testa". Gli spari tra i bagnanti al mare

Un finto runner ha sparato tra i bagnanti sulla spiaggia libera di Torvaianica verso le 10.30 di domenica 20 settembre, vicino allo stabilimento Bora Bora beach. Centinaia le famiglie in riva al mare con bambini che giocavano e facevano castelli di sabbia. Il sicario aveva come obiettivo un 38enne di origini albanesi, con diversi precedenti per traffico di droga. L’ultima condanna è stata scontata ai domiciliari circa due mesi fa.

Il finto runner era un sicario

Insieme a un complice, il killer è arrivato a bordo di uno scooter nero. Come ha raccontato Marta, una maratoneta semiprofessionista 40enne, a La Repubblica, l’uomo si è diretto nel cortile del condominio al civico 89, a sinistra dello stabilimento, e ha finto, goffamente, di fare esercizi di allungamento. "Aveva gli occhiali e la mascherina, per questo l'ho notato è andato avanti così per 10 minuti” ha ricordato la sportiva che si trovava in spiaggia. La donna ha continuato a osservare il finto runner e lo ha visto raggiungere il 38enne, compagno della proprietaria dello stabilimento balneare, giunto per controllare il livello dell’acqua di un canale di scolo. Improvvisamente il sicario ha esploso due colpi di pistola ed è scappato. Il primo proiettile non ha raggiunto l’obiettivo, il secondo invece ha colpito il 38enne alla colonna vertebrale, vicino al collo.

Un elisoccorso ha poi trasferito la vittima dell’agguato all’ospedale San Camillo di Roma. Dopo aver subito due interventi chirurgici, i medici hanno reso noto che il paziente non sarà più in grado di muovere braccia e gambe. La prima operazione è servita per estrarre il bossolo dalla cervicale. La seconda, qualche ora più tardi, per ridurre la lesione al midollo, che è risultato parzialmente compromesso. Il paziente si trova ora nel reparto di terapia intensiva, e non è ancora del tutto fuori pericolo di vita, ma dovrebbe farcela. Appena sarà possibile, i carabinieri della compagnia di Pomezia e i colleghi di Torvaianica interrogheranno l’uomo, che da quando ha finito i domiciliari aiuta la sua fidanzata, la titolare del lido, sistemando sdraio e ombrelloni ai clienti.

Il giorno dell'agguato

Marta, sotto choc, ha spiegato: “Sono sconvolta, abbiamo assistito a un'esecuzione in piena regola, c'era un bambino di 10 anni accanto al bagnino, il killer avrebbe potuto fare una strage. Roma è fuori controllo”. La 40enne aveva notato subito quell’uomo, era vestito da corsa, indossava la mascherina e un paio di occhiali da sole fotocromati. Mai avrebbe immaginato si trattasse di un killer. Marta si era sdraiata sul tratto di spiaggia libera in lungomare delle Sirene. Ha ricordato che la spiaggia era affollata, molti anche i bambini. Ha visto l’omicida imboccare “il cortile condominiale del civico 89 che porta direttamente alla spiaggia libera. Tra la mascherina e gli occhiali, aveva il viso completamente coperto. Si è guardato intorno, poi ha iniziato a fare stretching. La scena mi ha colpito perché era buffo, sembrava che non avesse idea di quello che stesse facendo”. Quando il 38enne è arrivato, dopo circa 10 minuti, il finto runner ha sparato due colpi di pistola, il primo andato a vuoto, il secondo ha colpito il bersaglio alla schiena. “È stato terribile. La gente ha iniziato a gridare disperata, scappava da tutte le parti. C'era anche un bambino di 10 anni accanto a quel ragazzo, è salvo miracolo” ha ricordato la 40enne.

Analogie con l'omicidio di Diabolik

Nessuna pista al momento è stata esclusa. I carabinieri hanno ascoltato i vari testimoni presenti alla sparatoria e anche la titolare dello stabilimento. Sotto esame da parte dei militari anche la comunità albanese che si trova sul litorale di Pomezia.

Vi sarebbero infatti molte analogie tra l’esecuzione di ieri mattina e l’omicidio di Fabrizio Piscitelli, conosciuto come Diabolik, l’ex leader della curva nord laziale, avvenuto il 7 agosto 2019.

Anche in quel caso era stato un finto runner ad avvicinarsi al bersaglio e a esplodere un colpo di pistola alla testa, mentre Piscitelli era seduto su una panchina nel parco degli Acquedotti. Piscitelli gestiva traffici di droga e lavorava con la comunità albanese sita nella Capitale, ben radicata sul litorale di Ardea e Torvaianica.

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