Cronache

Il folle di Firenze lodava l'Urss, i senegalesi accusano Salvini

L'uomo che ieri ha ucciso un senegalese a Firenze inneggiava per l'Urss, ma i senegalesi se la prendono con la Lega e Salvini

Il folle di Firenze lodava l'Urss, i senegalesi accusano Salvini

Roberto Pirrone, l’uomo di 65 anni che ha ucciso a colpi di pistola l’ambulante 54 enne senegalese Idy Diene sul ponte Vespucci a Firenze, non risulta avere alcun legame con ambienti di estrema destra e non è noto alle autorità nell’ambito dell’attivismo politico.

Le foto che emergono sul suo profilo Facebook del resto sono eloquenti: un’immagine del Buddha, un vessillo dell’ex Unione Sovietica, un adesivo della pace sulla propria auto. Insomma, delle caratteristiche ben lontane dal profilo razzista affrettatamente affibbiatogli subito dopo l’omicidio.

Del resto è stata la stessa procura a smentire le motivazioni razziali del gesto: "Ha sparato alla prima persona che ha trovato per strada dopo aver escluso di sparare ad una mamma e il suo bambino. I fini razzisti sono da escludere. Oltretutto il profilo personale dell'uomo non è collegabile a questo. Non sono emersi suoi legami con gruppi politici di destra o razzisti. Era un collezionista di armi e in casa sono stati trovati anche alcuni cimeli dell'ex Unione Sovietica. L'uomo voleva suicidarsi: i problemi economici continuavano ad assillarlo, quei 30mila euro di debiti erano motivo di continui litigi anche con la moglie".

Nonostante ciò un gruppo di senegalesi ha pensato bene ieri sera di devastare il centro di Firenze per protesta contro l’omicidio bollato come “razzista” dagli africani, ma non dalle autorità: “Salvini vende odio e questo è il risultato…Abbiamo minimizzato il fascismo fino a ritrovarcelo nel governo e questo è il risultato. Salvini ha venduto il suo odio a tutto il Paese. Dopo Macerata ci dicono di stare calmi, ma qualcosa non va”.

Interviene poi Pape Diaw, per anni referente della comunità del Sengal a Firenze, attivista per i diritti dei migranti e candidato di Sel in Veneto nel 2013: "Dicono che non c'è un movente razziale? Ma di tutte le persone, come mai ha beccato un nero? Qui un bianco ha preso la pistola e ha ammazzato un nero e mi dicono che non è razzismo. Ditemi voi cos'è".

Del resto anche Pape Diaw sul proprio profilo Facebook è piuttosto eloquente, con un’immagine pubblicata il 28 febbraio scorso dove è ritratto il viso di un bimbo di colore che spunta dal basso e con sotto scritto “E’ andato via Salvini?”. In un altro post pubblicato ieri Diaw scrive: “Chi va al potere marciando sui cadaveri è un criminale” mentre in un altro post auspica una “lunga primavera di resistenza”.

Paul Diaw post

Insomma, nonostante non vi sia alcun elemento che possa ricollegare l’omicidio del povero Diene all’estremismo di destra o al razzismo risulta evidente come alcuni ambienti politicizzati cerchino di distorcere la realtà dei fatti additando l’omicidio come “razzista” e arrivando persino a incolpare “il fascismo al governo” e “l’odio venduto da Salvini”.

Una strumentalizzazione bella e buona che rischia di alimentare lo scontro sociale in un momento delicatissimo.

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