Cronache

Follia del Tar: vietato espellere i clandestini spacciatori

Il Tar della Liguria ha dichiarato illegittimo negare il permesso di soggiorno a un extracomunitario condannato (due volte) per spaccio senza valutarne i legami familiari

Follia del Tar: vietato espellere i clandestini  spacciatori

I l Tar della Liguria ha dichiarato illegittimo negare il permesso di soggiorno a un extracomunitario condannato (due volte) per spaccio senza valutarne i legami familiari. I giudici amministrativi di Genova hanno perciò annullato un decreto con cui il questore di La Spezia aveva rigettato la domanda di permesso di soggiorno motivandola con le due condanne. La discutibile motivazione addotta è che «in presenza di legami familiari debitamente dimostrati, l'amministrazione non può esprimere un diniego senza avere preventivamente analizzato l'effettività e la valenza di tali legami».

Il fil rouge che connette la sentenza con il trend della magistratura è che i giudici ormai hanno assunto la funzione di creare diritto, riempiendo gli interstizi della normativa vigente. Siamo sempre più un Paese di common law con un Parlamento sempre più delegittimato nella sua funzione primaria, quella di legiferare. Se nemmeno una condanna duplice è sufficiente a giustificare il rifiuto del permesso di soggiorno ad un extracomunitario pregiudicato, vi è seriamente da chiedersi quale sia la prospettiva verso la quale ci vogliono condurre.

La tutela sociale della famiglia non può essere la coperta di Linus che viene tirata a secondo della convenienza in una direzione o nell'altra. Occorre decidersi: se la famiglia è la cellula primigenia della nostra società lo sia sempre. Per tutti. Si susseguono sentenze di diritto creativo con cui i giudici avvalorano concezioni disgreganti della famiglia tradizionale (genitori A e genitori B, adozioni surrettizie di figli a coppie omosessuali, progetti ibridi in cui un coniuge abbia rettificato il proprio sesso e ciò nonostante viene considerato valido il matrimonio sottostante) e poi, improvvisamente, ci si richiama alla tutela sociale dei legami familiari per un extracomunitario pluri-condannato. In un Paese di culle vuote, che viaggia spedito verso l'estinzione demografica, è come se si sia ormai deciso che tale vuoto debba essere colmato dalle avanguardie che attraversano i confini. I figli dell'Italia 2.0, le risorse di boldriniana concezione che sostituiranno i nostri Marco, Sofia, Giacomo, Claudia.

Gli stessi politici si affannano su riforme incostituzionali bocciate al referendum mentre urge una seria politica per la famiglia tradizionale, senza la quale non verrà mai garantito il ricambio generazionale. Laddove politiche di questo tipo sono state approntate, nel Nord-Europa o in Francia, i vagiti di neonati riempiono i corridoi dei reparti maternità: in Italia fare figli oggi è rimesso all'eroismo dei pochi incoscienti abbandonati da uno Stato che non li agevola in nulla. La famiglia merita una tutela sociale solo per i pluripregiudicati?

Daniela Missaglia

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