Nel tweet postato dal professore di filosofia dell’Università di Siena, Emanuele Castrucci, non ci sarebbero gli estremi del reato di propaganda e istigazione all'odio razziale. Il gip del tribunale di Siena, Roberta Malavasi, ha motivato così il rigetto dell'ordinanza di sequestro del profilo Twitter del docente indagato dalla procura. È quanto rende noto "La Nazione".
Il professore nei giorni scorsi aveva pubblicato sul social una foto di Adolf Hitler e del suo cane accompagnata da un messaggio: "Vi hanno detto che sono stato un mostro per non farvi sapere che ho combattuto contro i veri mostri che oggi vi governano dominando il mondo". Il post aveva scatenato un mare di polemiche e l’indignazione unanime. Il docente, che poi aveva cancellato il messaggio, si era difendo facendo appello alla "libertà di pensiero", spiegando che quanto scritto su Twitter sono "opinioni del tutto personali", espresse "fuori dall'attività di insegnamento".
Castrucci era stato sospeso dagli esami all’Università in attesa che il consiglio di disciplina dell’ateneo prendesse una decisione sul licenziamento proposto dallo stesso rettore e dal Senato accademico. La procura di Siena, su disposizione del procuratore capo Salvatore Vitello, aveva ordinato il sequestro preventivo del profilo Twitter del professore.
Il procuratore Vitello aveva anche aperto un fascicolo di indagine ipotizzando il reato di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa, aggravata da negazionismo. Invece per il gip di Siena non vi sarebbero elementi concreti, solo una rilettura storica e apologetica della figura di Hitler che così sembra smontare il nucleo della richiesta della procura."
Pur rispettando la decisione del gip - è la replica del procuratore di Siena intervistato da La Nazione - noi dissentiamo da questa interpretazione. Ritenendo che ci sia istigazione all'odio razziale, con la foto di Hitler che è un'ulteriore prova a sostegno. Quel tweet è stato poi rimosso dal professore. Per questo presenteremo ricorso al tribunale del Riesame chiedendo il sequestro del profilo". Proprio la richiesta di sequestro è uno dei tasselli dell'indagine.
Il rettore dell’Università di Siena, Francesco Frati, ha presentato un esposto, appellandosi alla legge Fiano che prevede il reato di negazionismo di genocidi e crimini di guerra. Inoltre, ha nominato un nuovo consiglio di disciplina dell'ateneo per discutere del caso e dei provvedimenti da adottare. Lo stesso rettore ha proposto la destituzione del professore.
Da parte sua,
Castrucci ha replicato via mail ai giornalisti ribadendo la sua linea di "libertà di opinioni espresse fuori dall'attività didattica". Il docente ha sottolineato di "non aver mai negato l'Olocausto, né esaltato il nazismo".
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