Cronache

Francia: 10 mesi a Gagliano, il killer evaso da Genova

Non rientrato in carcere, a Genova, dopo un permesso premio e arrestato venerdì scorso dalla polizia francese a Mentone, è stato condannato per possesso d'arma e documento falso

Francia: 10 mesi a Gagliano, il killer evaso da Genova

Dieci mesi di prigione senza condizionale per Bartolomeo Gagliano, il serial killer evaso durante un permesso premio dal carcere Marassi di Genova e arrestato venerdì scorso dalla polizia francese a Mentone (Francia). La condanna gli è stata inflitta dalla giustizia francese per violazione delle leggi sulle armi e falsificazione della carta di identità. Secondo quanto riferisce Christophe Cirone, il giornalista di Nice Matin che segue la vicenda, Gagliano resta agli arresti: attualmente si trova in una "unità medica specializzata in attesa dell’estradizione". L'accusa aveva chiesto due anni di pena. "Voglio solo finirla e tornare a casa da mia madre", ha detto Gagliano durante il processo al tribunale di Nizza. "Ho delle vertigini, sento delle voci".

"La condanna a 10 mesi è più che soddisfacente dato che il pm aveva chiesto 2 anni di reclusione. Ora attendiamo che Bartolomeo venga estradato in Italia", ha detto Andrea Gagliano, nipote di Bartolomeo, commentando la sentenza dopo avere seguito il processo a distanza insieme al padre Natale e alla nonna Giuseppina (madre di Bartolomeo). "Non potremo vederlo per le feste, aspetteremo che rientri in Italia, speriamo al più presto, magari nel carcere di Valle Armea".

Il racconto della cattura

Al momento della cattura da parte della Polizia dopo l’evasione di Genova, Gagliano "è rimasto sorpreso perché non si aspettava di essere beccato in così breve tempo. Appena trovata l’auto, parcheggiata a pochi metri dall’albergo dove alloggiava Gagliano, la polizia del posto ha presidiato la zona in attesa dell’arrivo della squadra speciale da Nizza; insieme a questa squadra siamo arrivati anche noi della polizia italiana. Dopo abbiamo atteso qualche ora prima di vedere arrivare il nostro uomo, il quale si era tagliato e tinto i capelli di nero per non farsi riconoscere. Ovviamente questo espediente non è servito a nulla. Lo abbiamo riconosciuto subito". E' l’ispettore capo Domenico Barbieri dell’Interpol a raccontare le fasi della cattura di Gagliano in un’intervista al sito della Polizia (www.poliziadistato.it). "Siamo arrivati a lui -spiega Barbieri- tramite la macchina rapinata in Italia, una Panda verde, che era parcheggiata in una via secondaria della periferia della cittadina francese di Mentone. Coordinati dalla sala operativa internazionale del servizio per la cooperazione di polizia abbiamo preso contatti con la polizia francese. Abbiamo segnalato noi la presenza dell’auto in città agli agenti locali, i quali considerata la pericolosità dell’evaso hanno
avvertito immediatamente la polizia giudiziaria di Nizza".

"Prima c’è stata la perquisizione dell’auto dove è stata trovata una pistola con il colpo in canna e con il caricatore pieno di proiettili, dopo siamo andati con lui nell’albergo dove aveva affittato la camera, per la perquisizione. Finita la perquisizione della stanza - aggiunge Barbieri - lo abbiamo portato negli uffici della polizia giudiziaria di Nizza a disposizione dell’autorità giudiziaria francese.

In camera c’erano tre borsoni dove tra i vestiti c’erano nascosti numerosi proiettili e tre scatole di pasticche anabolizzanti".

Commenti