Cronache

Il frate che propone la carità per i pedofili nella Chiesa

Frate Michael Davide Semeraro sostiene che esista una possiblità di salvezza per i sacerdoti pedofili. Ecco le dichiarazioni del consacrato

Il frate che propone la carità per i pedofili nella Chiesa

Frate Michael Davide Semeraro è un monaco benedettino che, nella sua comunità valdostana, è solito ospitare, tra gli altri, uomini di Chiesa responsabili di abusi ai danni di minori.

Il consacrato ha scritto un libro la cui uscita è prevista per il prossimo 12 di aprile. Il titolo è "Preti senza battesimo" (San Paolo Edizioni). Il testo in questione pare destinato a far parlare di sè. La sensazione, pur aspettando in ogni caso di leggere la pubblicazione, è che Semeraro creda nel fatto che la Chiesa cattolica debba essere in grado di oltrepassare l'emersione degli scandali e di mettere in campo gli strumenti spirituali in grado di garantire opere di "carità" nei confronti dei preti pedofili.

Intervistato al riguardo da Famiglia Cristiana, il frate ha detto che al di là dei casi di pedofilia permane "la presenza" di una persona "verso la quale bisogna usare tutta la carità possibile" anche "aiutandola" e, quando necessario, "obbligandola, a lasciare il ministero e proseguire il suo cammino nella Chiesa". "Se un prete non riesce a trovare un equilibrio psicoaffettivo - ha sottolineato ancora il consacrato - deve lasciare il sacerdozio, ma bisogna dargli una possibilità di salvezza e redenzione come battezzato". La "salvezza", quindi, resterebbe comunque una possibilità anche per quei sacerdoti che hanno compiuto violenze sessuali. Risulta necessario ai fini di questa ipotetica "salvezza", però, che questi abbandonino per sempre l'abito talare. Tolleranza zero sì, insomma, ma anche speranza e carità.

Per Semeraro un prete pedofilo resta comunque un battezzato, che ha quindi le medesime possibilità di essere salvato di un peccatore qualsiasi. Il sacerdozio sarebbe divenuto oggetto di una "enfatizzazione eccessiva", ma non solo.

Il monaco benedettino sembra voler mettere in discussione anche il celibato ecclesiastico. Sempre all'interno dell'intervista citata, il frate ha dichiarato che: "C’è un disagio da parte dei presbiteri e un altro da parte dei fedeli a vedere la difficoltà dei loro pastori, che richiede un intervento. Bisogna domandarsi come i preti possano vivere in modo armonioso il loro servizio alla Chiesa coniugandolo con la propria vita sessuale e affettiva". La regola del celibato che vale per i vescovi, per i presbiteri e per i diaconi sarebbe in qualche modo "superata" e dovrebbe essere convertita in una "scelta" da lasciare al libero arbitrio della persona consacrata. Il frate, nel libro, potrebbe aver sostenuto anche la necessità di aprire ai cosiddetti "viri probati", cioè a quegli uomini che hanno dimostrato di possedere una "chiara fede", ma che risultano essere sposati. Un tema che verrà affrontato nel prossimo Sinodo previsto in Amazzonia.

Non è detto, in definitiva, che le posizioni di Semeraro sul celibato siano così distanti da quello che il Vaticano sta programmando per il futuro del cattolicesimo.

Tanto per la pubblicazione del frate quanto per le possibili aperture della Santa Sede in merito all'argomento dei preti sposati possiamo solo aspettare.

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