Gay: "Io, costretto ad andare a prostitute dal datore di lavoro"

A Rimini la denuncia di un cuoco quarantenne: "Il ristoratore mi ha costretto ad abbordare una squillo e a portarla fin dentro il locale davanti a tutti"

Gay: "Io, costretto ad andare a prostitute dal datore di lavoro"

Un cuoco quarantenne sarebbe stato costretto dal proprio datore di lavoro ad andare con una prostituta per provare di non essere gay. La storia arriva da Rimini, dove è stata raccolta dalla stampa locale e successivamente denunciata dalle associazioni di omosessuali.

Un ristoratore della località romagnola avrebbe costretto un cuoco ad abbordare una squillo e a portarla fin dentro il locale, umiliandolo davanti agli altri dipendenti. Il lavoratore, dopo aver lavorato in nero per un mese, sarebbe stato poi licenziato e ripetutamente insultato con ingiurie a sfondo omofobo. Ora il ristoratore è stato denunciato ai carabinieri.

Sul caso è intervenuto l'esponente Pd David Sassoli, che dal suo profilo Twitter ha parlato di "cronache dell'orrore". Da registrare inoltre la reazione dell'Arcigay locale, che ha lanciato un appello ai ristoratori riminesi perché aiutino il cuoco offrendogli un impiego.

"Questa incredibile violenza - dice Marco Tonti, vicepresidente dell'Arcigay di Rimini - ricorda quelle che si praticavano nei campi di sterminio nazisti ai danni di centinaia di migliaia di omosessuali

imprigionati, che venivano costretti con la forza ad avere rapporti con prostitute per 'guarirli'. Anche se qualcuno lo nega, l'omofobia in Italia esiste eccome e si manifesta anche attraverso il branco come in questo caso."

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