Cronache

Gender-follia alla Regione Lazio

Venerdì prossimo si terrà un convegno dedicato alle "varianze di genere in età evolutiva". Tra i relatori Polly Carmichael che, nella sua clinica di Londra, somministra ormoni che inibiscono lo sviluppo sessuale ai bimbi

Gender-follia alla Regione Lazio

La Regione Lazio e il presidente Zingaretti ospiteranno, venerdì prossimo, il convegno “Le varianze di genere in età evolutiva”, organizzato dall’Osservatorio Nazionale sulle Identità di Genere. Tra i principali relatori spicca Polly Carmichael della clinica Tavistock and Portman di Londra.

La donna, già finita in un turbinio di critiche in patria, è una delle maggiori propugnatrici delle terapie del “disordine dell’identità di genere” (Dig). Catalogato tra i disturbi mentali, il Dig consiste nell’identificazione nel sesso opposto a quello di appartenenza e può colpire anche i minori. A seconda dei casi, i piccoli pazienti della dottoressa Carmichael vengono sottoposti ad una blanda terapia psicologica oppure alla somministrazione di ormoni che inibiscono lo sviluppo, in vista di un eventuale cambiamento chirurgico del sesso. La sospensione temporanea della maturazione sessuale dei bambini che manifestano una confusione di genere viene indotta per permettergli di decidere cosa vorranno essere in futuro. Una sorta di congelamento della pubertà, in attesa di capire se si sentono maschi o femmine.

In ambito medico, molte sono le voci critiche, tra cui quella del dottor Paul McHugh. L’ex primario di psichiatria alla Johns Hopkins University di Baltimora, ha spiegato che, nel 70-80 per cento dei casi, i minori che non vengono trattati farmacologicamente tendono a perdere “spontaneamente” l’inclinazione transgender.

L’imminente arrivo della Carmichael a la Pisana ha mandato su tutte le furie il consigliere regionale Fabrizio Santori, di Fratelli d’Italia, che chiede l’annullamento dell’evento: “Un’assurdità, un delirio mascherato da approccio clinico, di cui molto probabilmente si parlerà anche in questo convegno dedicato ad operatori ed educatori sociali, primi interfaccia dell’indottrinamento, che chiediamo di annullare immediatamente”.

Ma quello che più lascia basito il meloniano è che “un tale inquietante appuntamento” sia “pubblicizzato sulle pagine del Garante dell’infanzia della Regione Lazio”.

E aggiunge: “La dottrina gender e le sue assurde derivazioni, come quella della fluidità sessuale o del gender-free, non devono e non possono trovare sponda nelle istituzioni che invece dovrebbero spendersi maggiormente a tutela dell’infanzia nella sua splendida naturalezza e a sostegno della famiglia tradizionale”.

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