Dopo il pestaggio del quarantenne accusato di esser gay da parte di un gruppo di ragazzi su un bus di Genova, parla l'autista che, a quanto pare, durante le violenze avrebbe ignorato le richieste d'aiuto della vittima. "Io non ho visto nulla, e sapete una cosa? Mio nonno mi ha insegnato che nella vita è meglio farsi i fatti propri". Ha risposto così al maresciallo che gli ha consegnato l'avviso di garanzia perchè indagato per favoreggiamento, l'autista dell'autobus sul quale è stato picchiato Luca. Adesso il "consiglio del nonno" per l'uomo potrebbe essere un boomerang in fase processuale. Intanto dopo la denuncia parla la ragazza di Luca che ha visto il suo ragazzo tornare a casa pieno di lividi. "Mi ha spiegato che li avevano massacrati perché li credevano omosessuali. E lui a volte ha un aspetto un po’ eccentrico, si trucca gli occhi con una matita scura che ha sempre dietro", racconta a La Stampa.
"All'inizio diceva di sentirsi più o meno bene, non potevamo sapere che l'ematoma cerebrale stava peggiorando", dice Chiara. Poi l'intervento: "Ora è un po' migliorato anche se non riesce ancora a parlare, lo alimentano a fatica e i medici restano cauti", aggiunge.
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