Ponte crollato a Genova

Natasha, salvata dai soccorritori dopo il crollo del ponte

Era rimasta intrappolata nella sua auto, insieme a Eugenio, bloccata a testa in giù dalle macerie

Natasha, salvata dai soccorritori dopo il crollo del ponte

Quando il ponte Morandi si è sbriciolato, la mattina del 14 agosto, una trentina di macchine sono state inghiottite dal vuoto, precipitando per oltre 50 metri. Immediato l'intervento dei soccorritori che si sono messi a scavare sotto le macerie, nel tentativo di estrarre quante più persone possibili.

Ma per almeno 39 di loro non c'è stato nulla da fare. Ma qualcuno, lì sotto, era ancora vivo. "Li ho sentiti che si lamentavano", aveva raccontato uno dei soccorrittori al Corriere della Sera. Poi li aveva visti: erano a testa in giù, bloccati nella loro auto schiacciata e rovesciata, feriti e chiedevano aiuto.

È iniziato allora il lavoro di precisione e attenzione maniacale dei vigili del fuoco per liberare l'uomo e la donna rimasti intrappolati, Eugenio e Natasha: le cesoie che tagliano il montante dell'auto, il divaricatore che apre un varco tra le macerie. Il tutto fatto pensando preventivamente alle vibrazioni che ognuno di questi strumenti può causare e che potrebbero portare a nuovi crolli, mettendo in pericolo la vita dei feriti da salvare e quella degli stessi soccorritori.

Dopo un'ora di lavoro, i vigili del fuoco avevano raggiunto Eugenio e Natasha. La donna era stata portata fuori per prima, poi era toccato a Eugenio: entrambi estratti vivi dalle macerie.

Nel video del Corriere della Sera, si vedono i momenti del salvataggio di Natasha.

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