I genovesi contro Toninelli: "Basta bugie, ecco il plastico da portare a Vespa"

"Da portare a Vespa la prossima volta": questa la scritta comparsa sul modellino del ponte, appoggiato sopra a un muro, comparso durante il corteo di protesta a Genova. Chiaro il riferimento al sorriso di Toninelli a Porta a Porta

I genovesi contro Toninelli: "Basta bugie, ecco il plastico da portare a Vespa"

È passato quasi un mese dal sorriso in favore di telecamera del ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, davanti al plastico di ponte Morandi, a Porta a Porta. Ma i genovesi non hanno dimenticato. E infatti, durante il corteo di protesta per le vie della città che ha visto la partecipazione - secondo gli organizzatori - di 5 mila abitanti della Valpolcevera, è spuntato un modellino molto particolare. Sopra, un ponte e sotto un muretto di mattoni, a simboleggiare la separazione esistente al momento tra la zona attorno al ponte e il resto della città. E sotto una scritta eloquente: "Da portare a Vespa la prossima volta". Segno tangibile della rabbia che cova sotto la cenere del risentimento dei genovesi e soprattutto delle centinaia di sfollati. Alla fine Toninelli ha accettato di incontrare una loro delegazione. "Che cosa gli abbiamo detto? Basta bugie", racconta uno di loro.

"Genovesi, non ci contestate. Il decreto è stato scritto con il cuore". Mentre il corteo stava sfilando per le vie della città da circa un'ora, stamattina il ministro Toninelli rivolgeva un appello ai genovesi - e in particolare agli sfollati di ponte Morandi - nella conferenza stampa a margine dell'incontro con il commissario europeo ai trasporti. Ma la rabbia degli abitanti della Valpolcevera, tra problemi di viabilità e timori per il futuro occupazionale delle piccole e medie imprese della zona, è enorme. Vogliono il nuovo ponte al più presto e non ammettono strumentalizzazioni e prese in giro, come quella - involontaria, per carità - del ministro grillino che, un mese dopo la tragedia, sorrideva di fronte al plastico del viadotto.

Per questa ragione, durante il corteo è spuntato un modellino che racchiude in sé il mix di sgomento, paura e delusione di chi, quel maledetto 14 agosto, si è visto crollare il mondo addosso. Gli sfollati si sono rivolti direttamente al ministro il quale, in mattinata, presso la Capitaneria di Porto, ha accettato di incontrare una loro delegazione. "Cos'abbiamo detto al ministro? Basta musse, basta bugie.

La città non ha bisogno di bugie, ma di impegni seri, concreti e fattibili", le parole di Franco Ravera, referente degli sfollati di ponte Morandi, che ha concluso: "Ci è stato promesso che il decreto su Genova sarà modificato".

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