Cronache

Un corpo con la testa mozzata nel fiume e il giallo della setta

Il corpo senza vita di Stefano Barilli, scomparso lo scorso febbraio da Piacenza, è stato ritrovato sulla sponda lodigiana del fiume Po

Giallo della setta, ritrovato il ​corpo di Stefano Barilli: "Decapitato"

È riemerso sulla sponda lodigiana del fiume Po il corpo di Stefano Barilli, il 23enne di Piacenza di cui si erano perse le tracce dallo scorso 8 febbraio. Il cadavere, privo di testa, era riverso sullo spiaggione prospiciente il corso d'acqua, verosimilmente trasportato a riva dalla corrente fluviale. Nonostante le circostanze del ritrovamento suggeriscano uno scenario macabro, non si esclude l'ipotesi di un suicidio.

Il ritrovamento choc

A ritrovare il corpo senza vita di Stefano Barrilli, all'alba di sabato 17 aprile, è stato un pescatore. L'uomo ha notato il cadavere - decapitato - sulla sponda lodigiana del Po, nel territorio di Caselle Landi. Il ragazzo aveva stipato la carta d'indentità e altri documenti personali all'interno di una custodia nascosta nella tasca del giubbotto, circostanza che ha agevolato il riconoscimento del cadavere da parte delle Autorità intervenute sul luogo della segnalazione. "Aspettiamo l'esito dell'esame del dna per capire come procedere - ha spiegato il procuratore di Lodi, Domenico Chiaro, al quotidiano Il Giorno -.Dai vestiti e dalla corporatura sembrerebbe il 23enne Stefano Barilli. Aspettiamo tutti gli esami, facciamolo per rispetto dei genitori che già tanto hanno sofferto".

Il giallo del biglietto

Stefano indossava dei jens, un maglioncino nero e un giubbotto: tutti di colore scuro. Nel taschino interno del soprabito, è stato rinvenuto un biglietto che, a quanto si ipotizza, potrebbe aver scritto prima di togliersi la vita. Sul pizzino, il 23enne avrebbe spiegato di non essere stato costretto da nessuno a compiere l'estremo gesto. Ed è per questo motivo che l'ipotesi di un suicidio resta, al momento, la pista più attendibile. Ad ogni modo, solo ulteriori accertamenti del caso potranno chiarire la dinamica del decesso.

"Corpo decapitato": Stefano si è suicidato?

Il cadavere di Stefano era privo di testa. Dalle prime indagini risulterebbe che sia stata vittima di un'aggressione da parte dei siluri, veri e propri predatori delle acque fluviali. Ma la morte del ragazzo, così come le circostanze della scomparsa, aleggia l'ombra di una psico-setta. Il ragazzo era sparito dal quartiere San Lazzaro di Piacenza lo scorso 8 febbraio senza lasciare tracce di sé. Sulla scrivania della sua camera aveva lasciato soltanto un biglietto in cui precisava di destinanre i pochi risparmi messi da parte con lavoretti saltuari agli studi universitari della sorella. Nulla di più. Ma l'ipotesi di un allontamento volontario non ha mai convinto Natascia Briscia, madre del giovane, certa che il figlio sia finito nella rete di qualche setta. "Non sono - dice la mamma -i comportamenti di chi ha deciso di togliersi la vita, ma di chi non vuole lasciarsi niente alle spalle. Penso che ci sia dietro un'organizzazione, una psico-setta". Qualcuno ha spinto Stefano a compiere l'estremo gesto? La chiave di volta del giallo potrebbe essere nelle memorie del cellulare e del computer che il 23enne ha cancellato prima di darsi alla fuga.

In attesa di fare luce sulla misteriosa vicenda, resta la certezza dell'epilogo tragico di una storia ancora tutta da raccontare.

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