Cronache

Giorgio Armani: "Le donne seminude su manifesti sono uno stupro"

Lo stilista fa mea culpa e sferza il mondo della moda: "Le donne oggi sono regolarmente stuprate dagli stilisti, e mi ci metto anch'io. È indegno"

Giorgio Armani: "Le donne seminude su manifesti sono uno stupro"

"Penso a certi manifesti pubblicitari in cui si vedono donne provocanti, seminude: succede che in molte si sentano obbligate a pensare anche loro di mostrarsi così. Questo per me è uno stupro. Scusate lo sfogo e le parole forti, ma sentivo di doverlo dire". Giorgio Armani è choc sul mondo della moda. E per certi versi fa anche mea culpa, auto-accusandosi alla pari di altri colleghi.

"Si parla di donne stuprate in un angolo. Le donne oggi sono regolarmente stuprate dagli stilisti, e mi ci metto anch'io. È indegno quello che succede", le parole di Re Giorgio riportate da D di Repubblica.

L’85enne fa una vera e propria lezione di libertà a margine della sua sfilata per presentare la collezione Emporio: un invito alle donne e chi le veste a osservare i corpi femminili, tutti i corpi, per conferire loro la giusta eleganza e la giusta importanza. Le sue parole, forti, arrivano "in un momento in cui posso dire ciò che penso", si sfoga il re della moda italiana, che ai giornalisti presenti all'evento in via Bergognone (a Milano) raccomanda: "Non siate succubi di questo sistema".

"Si può stuprare una donna in vari o buttandola in un sottoscala, in un angolo, o suggerendole di vestirsi in un certo moda", aggiunge in seguito, sottolineando che si tratta di una "battuta". E affonda il colpo: "Le donne continuano ad essere ‘stuprate’ dagli stilisti, da noi. Trovo che questo sia un po’ indegno. La signora che cammina per strada vede un manifesto di una modella con il seno e il fondoschiena scoperto, e vuole farlo anche lei: questo è un modo per farle una violenza".

"Evitiamo il ridicolo", è l'appello di Armani, che con la sua nuova collezione fornisce alle donne modelli per ogni corpo e"per ogni mentalità" nel rispetto del femminile, sempre: "La libertà di essere è anche usare un pantalone corto, lungo o largo, scegliendo in base alle proprie forme. Senza farsele imporre da un canone".

Quindi, lo stilista e proprietario dell'Olimpia Milano se la prende con le cosiddette "tendenze" del mondo della moda: "Non ci sono e non ci devono essere, perché esiste un'eleganza indipendentemente dal tempo. Sono stufo di sentir parlare di tendenze: non sono niente.

Bisogna cercare di migliorare la donna che vive adesso, perché quella che vive un passato lontano non mi appartiene", osserva infine Re Giorgio, che con le sue dichiarazioni di oggi ha sferzato, forse come non mai, la moda italiana e non solo.

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