Coronavirus

"Ci basta una goccia di sangue": così il test rapido trova il virus

Le prime prove su volontari in Italia danno risultati soddisfacenti: possono aiutare a mappare i contagiati sommersi?

"Ci basta una goccia di sangue": così il test rapido trova il virus

È uno dei maggiori problemi e dei grandi interrogativi di questa emergenza sanitaria nel nostro Paese. Quanti sono realmente i contagiati da coronavirus in Italia?

Nelle ultime settimane sono state tante le voci di esperti e di medici, ma anche dei sindaci che hanno il polso del territorio. Tutti, a più riprese, hanno sostenuto che nelle zone più colpite della Lombardia orientale il numero dei positivi possa essere di tre volte superiore rispetto al dato ufficiale. Come a Brescia, dove centinaia di persone chiuse nelle proprie abitazioni accusano lievi sintomi ma al momento della segnalazione ai sanitari non vengono portate in ospedale. La disposizione è infatti quella di effettuare i tamponi soltanto nei casi in cui i sintomi del covid-19 siano particolarmente evidenti. Così si fa sempre più diffuso il timore di avere dei potenziali contagiati in un limbo di ignoranza (del proprio stato di salute) e di paura (delle eventuali conseguenze).

Il kit

A sbloccare il meccanismo inceppato nel sistema sanitario potrebbe ora esserci un kit, che arriva direttamente dalla provincia cinese di Hubei. Si tratta di un test rapido capace di rintracciare in 15 minuti - attraverso una goccia di sangue da prelevare sul polpastrello - gli anticorpi al coronavirus e accertare di fatto il contagio. La presenza di anticorpi indica infatti se il paziente ha avuto l’infezione o se essa è in atto, consentendo di selezionare pazienti negativi, pazienti che hanno superato l’infezione (igG), pazienti positivi (IGM) e pazienti che stanno superando l’infezione ma possono ancora infettare (IGM ed IgG). Non si tratta di kit “fai da te” ma potranno essere eseguiti soltanto da medici specializzati. Inoltre nessun test potrà essere acquistato né in farmacie né tantomeno in supermercati, saranno soltanto i distretti sanitari a poterli distribuire.

I test rapidi riescono a fornire informazioni fondamentali a livello statistico e si stanno lentamente diffondendo in Italia, dove il personale degli ospedali ne ha accertato l’efficacia e ne ha richiesto l’utilizzo. Regioni e ospedali hanno cominciato ad ordinare migliaia di kit. La Regione Campania ha deciso di prenotarne un milione, tutte per le strutture sanitarie, mentre altre richieste sono arrivate da ospedali di Lombardia, Veneto, Liguria, Calabria, Basilicata e Sicilia.

Le prime prove

Il Giornale è entrato in possesso di immagini esclusive che testimoniano alcuni dei primi test effettuati in Italia. I medici che hanno effettuato le prime prove su volontari si dicono soddisfatti, ma è bene sottolineare che i test rapidi non sostituiscono i tamponi, i quali restano invece i più efficaci e privilegiati per accertare la positività di covid-19 sui casi sospetti.

Eppure i risultati sorprendenti dei test rapidi - gli stessi utilizzati a Wuhan durante la quarantena - potrebbero aprire nuovi scenari nella lotta per debellare il coronavirus in Italia, soprattutto nel piano di screening a tappeto nelle zone più a rischio.

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