Cronache

La grande rapina dei farmaci. Costa il triplo anche un torcicollo

Non voglio sapere perché in una farmacia italiana non sia possibile acquistare a un prezzo europeo un farmaco diffuso in tutta Europa. Voglio che non accada più

La grande rapina dei farmaci. Costa il triplo anche un torcicollo

Il torcicollo può essere molto istruttivo. Dà tante pene che non commuovono nessuno, ma quante cose insegna e quanta voglia fa venire di torcere il collo a qualcuno. Con qualche domanda al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. L'ira del pueblo si scatena quando si lucra sul dolore. Così abbiamo tutti goduto, poco prima di Natale, per l'arresto in America di un signore che aveva moltiplicato il prezzo di un medicinale contro l'Aids. Circolano le sue foto con le manette, e la felpa da terrorista islamico delle banlieue, scortato dall'Fbi: Martin Shkreli, soprannominato l'«uomo più cattivo d'America», industriale farmaceutico, produceva il Daraprim, con tanto di brevetto: è usato per curare una malattia comune nelle persone affette da Hiv. Dato che i malati sono migliaia ma non milioni, per guadagnarci ha moltiplicato per 50 volte la cifra scritta sulle scatole. Uno scandalo vero. Sono sicuro però che se avesse provato a estorcere il medesimo contante sul torcicollo, l'avrebbe passata liscia, nessuno avrebbe detto nulla, e avrebbe anche incassato di più.Ho detto torcicollo non a caso. Esperienza personale, ma comune a tanti. Sono pochi euro di «rapina», per cui non ci si fa caso, ma vanno moltiplicati per milioni di volte. Gita a Strasburgo post natalizia. C'è la cattedrale più incredibile del mondo, l'Europa sta appesa a quel capolavoro. Ma queste sono questioni soggettive. Un familiare è afferrato da un dolore reumatico di quelli che stendono. È domenica, farmacia di turno, in rue Lausanne, Pharmacie des Alpes. Chiedo. Mi forniscono una pomata e poi «Ibuprofène», con l'accento grave sulla penultima «è». La dottoressa premurosa scrive sulla confezione: tre pillole al giorno max. Prezzo euro 3,20. «12 comprimés pelliculés», pasticche con pellicola. Ogni pillola: euro 0,26.Rientro in Italia. 1° gennaio, farmacia di turno, dottoressa altrettanto gentile. Porgo la scatoletta chiedendo il bis. Arriva. «Ibuprofene», stavolta senza accento grave sulla penultima «e». 10 compresse, euro 7,49. Una pastiglia costa: 0,75. Guardo i componenti. Identici: 400mg di ibuprofene, sotto forma di 684 nmg di ibuprofene sale di lisina. Non un microgrammo di differenza. In Italia il prezzo è tre volte superiore. Chiedo alla giovane farmacista come mai. Risposta, braccia larghe: è così, in Italia è così. Suggerisce anche: chiami magari, per una cura efficace e la ricetta, la guardia medica. Noi però non siamo gente che disturba il dottore per un torcicollo, se si aggrava vedremo. Penso ai 4 euro e 29 centesimi regalati a non so chi, moltiplicati per 60 milioni di italiani che prima o poi passano tutti da un torcicollo, e mi viene voglia di torcere il collo a qualcuno che non so.Mi colpisce soprattutto il prezzo così preciso, microscopicamente calcolato. Non 7,50 euro, che farebbe sospettare oscuri arrotondamenti, ma 7,49, come per tranquillizzare: siamo scienziati, siamo farmacisti, un centesimo per noi è la vita e la salute del paziente. Il diavolo sta invece proprio in quel centesimo: vuol dire che c'è stata una commissione, uno studio comparato, qualcuno che ha detto: ok il prezzo è giusto. Ah sì? Torcetegli il collo, con gentilezza, ma fatelo.(Per correttezza, le due case farmaceutiche sono: Mylan Conseil in Francia, Carlo Erba in Italia. Anche la Mylan Conseil vende in Italia, ma - ho fatto ricerche su internet - solo quelle da 200 mg, chissà perché).Ora io non voglio sapere dal ministro della Salute onorevole Lorenzin perché è accaduto questo, perché per la medesima merce contro il dolore, al mio paese, Desio, Monza e Brianza, ho dovuto sborsare tre volte tanto che a Strasburgo, Alsazia. Non voglio sapere perché in una farmacia italiana non sia possibile acquistare a un prezzo europeo un farmaco diffuso in tutta Europa. Non lo voglio sapere, il perché. So che non è giusto. Così come non voglio sapere dal ministro dell'Interno perché ci sono le rapine nelle case isolate della Lombardia o del Lazio. Voglio semplicemente che non accada più. Non voglio giustificazioni ma terapie, possibilmente da cavallo.Chiarisco che qui non c'entra la liberalizzazione: ho preso i due prodotti in farmacie non in para-farmacie, assistito da due valenti dottoresse, competenti e cortesi, che mi hanno qualificato l'assoluta identità dei prodotti e delle componenti. E la immensa differenza dell'esborso.

Torcicollo, al diavolo.Renato Farina

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