Cronache

Chicchi di grandine grossi come palline da tennis: ecco perché

Grandinate eccezionali hanno colpito il Nord Italia distruggendo auto e raccolti: ecco perché le dimensioni dei chicchi sono così grandi e da cosa dipende

Chicchi di grandine grossi come palline da tennis: ecco perché

Da un lato il caldo africano eccezionale (Sud), dall'altro condizioni di maltempo (Nord) intense e persistenti con la grandine a balzare troppo spesso agli onori delle cronache. Le grandinate che hanno colpito le regioni settentrionali sono eccezionali per intensità ma soprattutto dimensioni dei pezzi di ghiacchio caduti dal cielo, spesso più grandi di una pallina da golf e più simili ad una da tennis.

Cosa sta succedendo

Le grandinate degli ultimi giorni come quella capitata sull'autostrada A1 che ha distrutto decine di auto in marcia tra Fidenza e Fiorenzuola, in Emilia-Romagna, non sono da record ma è eclatante la frequenza con cui si stanno ripetendo determinati eventi. Una delle cause principali è legata al fatto che l’Italia, ormai da settimane, si trova in una zona di violentissimi contrasti tra masse d’aria diverse che favoriscono temporali molto violenti. Come dicono gli esperti, sono infatti le alte temperature il presupposto ideale per lo sviluppo di chicchi di grandine imponenti. La grandine è un tipo di precipitazione che, nonostante quello che possa pensare la maggior parte della gente, è più frequente e dannosa in estate che in inverno proprio per l'elevata energia che c'è nell'atmosfera.

Perché la grandine è così grossa

Iniziamo con il dire che la grandine è un tipo di precipitazione composta da granelli di ghiaccio le cui dimensioni sono superiori ai cinque millimetri: si forma all’interno del cumulonembo (la nube tipica dei temporali che si estende anche oltre i 10 chilometri di quota) nella sua parte alta. A quel punto, le forti correnti calde e fredde all’interno della nube fanno in modo che i chicchi percorrano diversi moti, ascendenti e discendenti. Ogni volta che i chicchi effettuano questo percorso si ingrossano sempre di più fino ad un punto critico che li fa precipitare (quando il peso supera la forza delle correnti che li mantengono "sospesi). "L’intensità viene stimata in riferimento ai danni causati. Per farlo si utilizza la cosiddetta “scala Torro” che va da H0 (quando non ci sono danni) a H10 (quando sono distrutte o seriamente danneggiate case e ci sono persone morte o ferite)", hanno affermato al Corriere della Sera Marina Baldi, ricercatrice dell’Istituto di Biometeorologia del Consiglio nazionale delle ricerche e Antonio Sanò, meteorologo e fondatore del portale ilmeteo.it.

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"Tutto dipende dalla turbolenza"

Più contrasti ci sono all'interno delle nubi temporalesche, maggiori saranno le dimensioni della grandine. "La dimensione è proporzionale alla potenza della turbolenza perché più forti sono i venti in risalita dal basso della nube, più peserà il chicco. Più pesa e più precipita rapidamente e pericolosamente verso Terra. Le forme possono essere diverse: a volte sono sferiche, ellissoidi o irregolari. Lo spaccato di un chicco racconta la sua storia e alcuni hanno mostrato fino a 25 stratificazioni di ghiaccio". ll chicco di grandine, gelato, si bagna per la presenza di particelle di acqua o vapore ma poi viene condotto di nuovo verso l’alto in un corridoio di correnti ascensionali e si congela aumentando di dimensione. Più giri compirà il chicco di grandine e più diverrà grosso.

L'allarme di Coldiretti

Pezzi di ghiaccio di quelle dimensioni distruggono raccolti, piante, danneggiano le auto e creano seri danni ai vigneti ma in generale all'agricoltura. Da questo punto di vista, l'analisi di Coldiretti non lascia scampo ad interpretazioni: si sono triplicate le grandinate in Italia con 11 tempeste di ghiaccio al giorno dall'inizio dell'estate rispetto allo stesso periodo dello scorso anno con danni per milioni di euro su coltivazioni e strutture agricole. E' quanto emerge su dati che si riferiscono riferimenti all'ultima ondata di maltempo che ha colpito tutte le regioni del Nord con bombardamenti della grandine a macchia di leopardo che non ha risparmiato nulla, dai vigneti alla frutta, dagli ortaggi al mais. "La caduta della grandine - sottolinea la Coldiretti - è l'evento più temuto dagli agricoltori in questo momento perché si abbatte sulle colture prossime alla raccolta con danni irreversibili che fanno perdere un intero anno di lavoro. In pochi minuti - spiega - c'è chi si è visto distruggere dai chicchi di ghiaccio fino al 100% del lavoro di un anno con drammatiche conseguenze sui bilanci delle aziende agricole. L'estate 2021 registra fino a oggi il maggior numero di tempeste di ghiaccio dell'ultimo decennio con un record negativo di 386 eventi con un aumento geometrico rispetto ai 31 del 2012 o ai 27 del 2015.

L'incidenza diventa più marcata dal 2018 in poi quando si registrano 92 grandinate che nel 2019 raddoppiano (198), restano a livelli preoccupanti (120) nel 2020 per poi raggiungere il picco proprio quest'anno", conclude la nota dell'associazione.

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