Coronavirus

La guida (definitiva) al Green Pass: come averlo

Il ritorno alla vita normale passa attraverso varie fasi, scandite con dovizia di particolari da parte del governo Draghi

La guida (definitiva) al Green Pass: come averlo

A partire da metà giugno, sarà disponibile l’atteso “green pass”, sia in formato elettronico sia cartaceo, ma già da domani il ministero della Salute ha previsto che per determinate attività, in zona gialla e in zona bianca, o per viaggiare, bisognerà presentare la certificazione che dimostri che si è vaccinati, guariti dal Covid, o negativi a un tampone. Il ritorno alla vita normale passa attraverso varie fasi, scandite con dovizia di particolari da parte del governo Draghi. In attesa del “green pass”, come si potrà dimostrare di non essere ammalati di Coronavirus? Per il momento basterà esibire un documento che viene rilasciato dall’autorità sanitaria. Questo certificato dovrà attestare che si è stati vaccinati, che si è guariti dal Covid-19, oppure che si è stati sottoposti a un tampone, con esito negativo.

Nel caso in cui una persona ha fatto la prima dose del vaccino, la certificazione rilasciata dall’hub vaccinale è valida a partire dal quindicesimo giorno dall’inoculazione. Per chi, invece, ha fatto entrambe le dosi, o per chi ha ricevuto un vaccino monodose, è valida la certificazione rilasciata dopo aver effettuato l’iniezione. Questo tipo di “lascia passare” vale per nove mesi, mentre quello riferito alla prima dose ha validità fino alla seconda inoculazione. Per chi è guarito dal Coronavirus, come riporta il Corriere della Sera, bisogna presentare la certificazione rilasciata dall’ospedale (nel caso si è stati ricoverati), oppure dal medico di base o dal pediatra.

Chi non è stato vaccinato e non si è ammalato neppure di Covid-19, fa fede l’esito negativo di un tampone antigenico, molecolare o salivare effettuato nelle 48 ore precedenti. Ma quando e dove serve effettivamente il “green pass”? Sia la certificazione provvisoria sia il documento che verrà rilasciato a partire da metà giugno, è obbligatorio, in zona gialla e in zona bianca, per partecipare a feste o banchetti conseguenti alle cerimonie civili o religiose. Inoltre, è utile per andare in regioni arancioni o rosse, anche se per il momento non ce ne sono. Alcuni enti locali potrebbero emettere ordinanze ad hoc che richiedano il pass che, in ogni caso, servirà anche ai minori, a tutti coloro che hanno più di due anni.

Per viaggiare all’estero la certificazione è richiesta. In alcuni Paesi specifici, come Spagna, Grecia e Francia è obbligatorio anche il tampone. Per garantire l'unità familiare, i minori che sono con i genitori dovrebbero essere esentati dalla quarantena quando i genitori stessi non devono sottoporsi all'isolamento, ad esempio perché vaccinati. E anche i bambini sotto i sei anni dovrebbero essere esentati dai test relativi al viaggio. La commissione europea, infine, come scrive la Repubblica, propone di adottare la divisione in fasce colorate secondo la mappa dell'Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie): per i viaggiatori provenienti da aree verdi, non ci dovrebbe essere alcuna restrizione; per i viaggiatori provenienti dalle zone arancioni, gli Stati membri dovrebbero richiedere un test prima della partenza (antigenico o molecolare); per i viaggiatori provenienti da zone rosse, gli Stati membri potrebbero imporre ai viaggiatori di sottoporsi a quarantena, a meno che non abbiano un test pre-partenza.

Per le zone rosso scuro, dovrebbero essere fortemente sconsigliati i viaggi non essenziali e dovrebbero restare gli obblighi di test e quarantena. Sui termini di consegna del “green pass” non ci sono ancora indicazioni precise. Il pass elettronico, come spiegato dal ministro per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale Vittorio Colao, si potrà scaricare anche sulle applicazioni “Io” e “Immuni”. L’alternativa alle app sarà un sito.

Su quello cartaceo non si è ancora decisa la procedura di consegna definitiva.

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