L'inciucio c'era, le larghe intese pure. Ma non erano tra Renzi e Berlusconi, come fatto credere dai più, bensì tra Grillo, Bersani, Alfano, Prodi e Napolitano. I cui uomini, ieri, hanno affossato con voto (quasi) segreto alla Camera la nuova legge elettorale. Niente legge, niente elezioni anticipate, vitalizio garantito e qualche mese di ossigeno per chi sa benissimo che in Parlamento non tornerà più, comunque non da protagonista.
Chi ha un dubbio se quello che è successo ieri sia un bene o un male, basta che guardi chi sta festeggiando. I nomi li abbiamo già fatti sopra: una cricca formata da mestatori (Napolitano), traditori (Alfano), falliti (Bersani), tutti alleati di Grillo. Il quale, evidentemente, di andare a votare ha una fifa blu e si accompagna a questa banda di disperati che oggi in Aula ha un peso, ma nel Paese - messi tutti insieme - non arriva al tre per cento.
Vogliamo chiamare tutto questo «democrazia»? Vogliamo ancora credere alla favola dei grillini duri e puri? Accontentano Alfano, salvano Bersani, prendono ordini da Napolitano e nel voto segreto tradiscono - perché anche loro tengono una famiglia che in questi anni si è abituata a vivere con quindicimila euro al mese - i loro elettori, che in una votazione avevano approvato solo pochi giorni fa questa legge elettorale.
Siamo nelle mani di «franchi traditori», e il paradosso è che in prima fila ci sono i Cinquestelle, quelli che il Parlamento avevano detto di volerlo «aprire come una scatola di tonno». Ma perché andare a votare con una legge condivisa mette tanta paura, al punto di affossare con qualsiasi pretesto ogni genere di accordo? Forse perché chi aveva vinto alla lotteria cinque anni fa sa che la dea bendata difficilmente passa due volte. Forse perché si è prigionieri di schemi - berlusconismo e antiberlusconismo - che oggi non hanno più senso di esistere. Forse perché in questi ultimi, tanti anni ci si è abituati a truccare la partita e non si è più disposti a giocarla a viso aperto.
Ma
una cosa è certa: possono fare i matti, stringere patti immorali, ma quant'è vero Iddio un giorno o l'altro alle urne bisognerà andare. È solo questione di tempo. Chi ieri ha affossato la legge è solo un morto che cammina.
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