Ora i grillini manettari vogliono mettere in galera anche i clienti delle prostitute. A Palazzo Madama, i senatori pentastellati hanno proposto un ddl per modificarela legge Merlin che nel 1958 abolì la prostituzione.
I promotori del disegno di legge, che vede come prima firmataria Alessandra Maiorino e il sostegno della presidente del gruppo misto Loredana De Petris di LeU, chiedono di adottare la politica della "tolleranza zero" nei confronti dei clienti abituali che già adesso ricevono una sanzione amministrativa. I grillini non solo vogliono applicare una multa che va dai 1500 euro a 5mila, ma propongono anche di comminare una pena che va dai 6 mesi ai 3 anni di carcere. L'obiettivo del ddl è, ovviamente, quello nobilissimo di contrastare la tratta delle schiave del sesso, portate in Italia con la promessa di un posto di lavoro onesto e, poi, buttate sul marciapiede per vendere il proprio corpo. Il modello di riferimento proposto è quello svedese dove, a partire dal 1999, si perseguitano i clienti delle prostitute. Modello in vigore anche in Francia e che, secondo i grillini, ha ridotto il fenomeno del 65%. "Chi alimenta la domanda di prestazioni sessuali a pagamento – si legge nel ddl – rientra nel rapporto sinallagmatico partecipando a pieno titolo allo sfruttamento e alla lesione della dignità della persona". Il cliente, perciò, è "l’ultimo anello di una catena di sopraffazione che inizia con i trafficanti di persone o con le condizioni di vulnerabilità economica, sociale o personale della persona prostituita, prosegue con i suoi sfruttatori e termina con l’acquirente delle prestazioni sessuali".
I promotori, però, non considerano che una linea "abolizionista" non farebbe altro che rendere le nostre carceri ancora più sovraffollate. Senza tener conto che tre anni di galera si danno agli spacciatori, ai rapinatori e ai ladri. Ma non solo. In alcuni Stati europei, come la Svizzera, la Germania, l'Olanda, la Grecia, l'Ungheria, l'Austria e la Lettonia è regolamentata, mentre in altri 15 Paesi è tollerata. E, laddove la prostituzione è regolamentata, a trarne beneficio sono anzitutto le casse dello Stato e il tasso di criminalità si è notevolmente ridotto.
Sarebbe paradossale se, in un momento storico in cui l'umanità sta uscendo da pandemia per (forse) entrare nel vivo di una Terza Guerra Mondiale, una priorità del Parlamento italiano fosse quella di dare la caccia ai 'mignottari seriali'.
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