La fondazione Giorgio Ambrosoli ha organizzato a Milano la "Giornata della virtù civile", un momento in cui Franco Fichera, docente di diritto tributario, ha cercato di spiegare ai bambini come sia bello pagare le tasse (non a caso il professore ha intitolato "Le belle tasse" una delle sue ultime fatiche letterarie) e come lo si debba fare con il sorriso, come del resto aveva detto anche Tommaso Padoa-Schioppa: "Pagare le tasse è bello, perché ti fa sentire cittadino della 'polis', e ti dà modo di partecipare al bene comune".
I bambini sono rimasti parecchio perplessi dalle parole del professore e hanno posto domande parecchio imbarazzanti. Chi non paga le tasse non può avere una casa? Ed ecco che il professore glissa amabilmente la questione, affermando che "la casa non ha a che fare con le tasse", dimenticandosi così di Ici, Imu e Tasi. Ma, chiede un altro bambino: "Chi decide quanto si paga di tasse?". E il professore con nonchalance risponde che a decidere è lo Stato e che "se i cittadini decidono che è troppo possono sempre non rivotare quei politici". Questo, come scrive Libero, sarebbe possibile "in un mondo utopico, forse. Non in questo dove la pressione fiscale e il debito pubblico sono aumentati sotto tutti i governi". E chi non può pagare le tasse? Non preoccupatevi, bambini - risponde il professore -, lo Stato è come un padre amorevole, e non come un tiranno assetato di soldi. Belle parole, è vero, ma allora, Equitalia che fa?
Dopo una serie di domande che hanno messo in difficoltà il professore, si è passati ad un gioco per mettere in pratica quanto sia bello pagare le tasse. Due squadre, divise per reddito. Ogni squadra deve versare il 40% delle proprie moente di cioccolato agli esattori, che passano fra i banchi. Ecco però che, durante il conteggio, accade l'incredibile: agli esattori mancano 33 monete su 440. Qualcuno ha evaso le tasse e si è intascato le monete di cioccolato. Semplice golosità o tentativo eversivo? Non si sa. finisce sempre così, in nessun esperimento si è mai arrivati alla quantità corretta Lo stesso professore è però costretto ad ammettere che "".
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