"I profughi vengono assistiti, i commercianti italiani sono lasciati morire"

A Lizzola, nella Bergamasca, ci sono 94 profughi per 115 abitanti. Le attività commerciali risentono del calo del turismo e chiudono: "Quando chiuderemo, potremo fingerci profughi?"

"I profughi vengono assistiti, i commercianti italiani sono lasciati morire"

Da Lizzola di Valbondione (BG)

Quando entro per ordinare un caffé, Maurizio mi avverte: "Faccio solo orzo o ginseng: la macchina dell'espresso è rotta e non ho i soldi per ripararla". A Lizzola, ultima frazione della Val Seriana prima delle vette alpine, i turisti che hanno reso famosa la stazione sciistica sono stati sostituiti dagli immigrati. Novantaquattro, spediti fin quassù dal prefetto. Novantaquattro per un abitato che conta meno di centoventi abitanti.

I primi a pagare le conseguenze di questa decisione assurda sono proprio i commercianti, che sul turismo avevano appuntato tutte le proprie speranze. Maurizio chiuderà entro pochi giorni. I clienti sono troppo pochi e i conti da pagare troppo salati. "Gli anni scorsi il bar era pieno di ragazzini degli oratori che salivano a passare qualche settimana a inizio estate. Quest'anno niente, i villeggianti non vengono più." A suo dire, la responsabilità è dei nuovi abitanti del borgo. Che naturalmente, senza disponibilità, non consumano.

In attesa di clienti che non arrivano, Maurizio passa il tempo dietro il bancone, con la sola

compagnia di un cane. Quando gli chiediamo cosa abbia intenzione di fare, una volta che il suo locale avrà chiuso, risponde laconico: "Vado a fare il profugo, se mi prendono. L'alternativa è il suicidio".

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