I Riina non pagano la Tari. Dal comune di Corleone scatta la diffida

A Corleone, i tre commissari che guidano il comune sciolto per infiltrazioni mafiose hanno chiesto il pagamento della tassa sui rifiuti alla famiglia del boss

I Riina non pagano la Tari. Dal comune di Corleone scatta la diffida

Il boss dei boss è scomparso lo scorso 17 novembre e ora lo Stato chiede i conti alla famiglia Riina. Succede a Corleone, dove i tre commissari che guidano il comune sciolto per infiltrazioni mafiose, hanno chiesto il pagamento della tassa sui rifiuti alla famiglia del boss. Secondo gli uffici comunali la vedona di Totò Riina, Ninetta Bagarella, deve alla casse del Comune circa 600 euro. La figlia Lucia, qualcosina in meno, circa 400 euro. La precedente amministrazione corleonese aveva addirittura approvato una sorta di sanatoria fiscale per le famiglie dei mafiosi, i quali continuavano a non pagare le tasse. Gli eredi di Totò Riina fino ad ora si sono opposti al pagamento della tassa sui rifiuti e di tutte le atre tasse che sono arrivate. Il messo comunale non è riuscito neanche a consegnare la cartella esattoriale notificando la diffida da parte del Comune. Adesso se entro 120 giorni, non avverrà il pagamento, la pratica passerà automaticamente all’Agenzia delle Entrate che provvederà al pignoramento dei beni dei morosi.

Ecco ma quali beni? Non si sa nulla del patrimonio dei Riina che continuano a dichiararsi nullatenenti affermando di non sapere nulla del tesoro accumulato da Riina in oltre trent'anni di dominio in Sicilia. Eppure lo stesso Totò Riina, intercettato nel 2013 in carcere mentre parlava con il suo compagno durante l’ora d’aria, si confidò affermando: «Se recupero un terzo di quello che ho, sempre ricco sono». A giugno, invece, la figlia Lucia ha chiesto il bonus bebè ricevendo un secco no dal Comune. Anche l’Inps ha ribadito che la figlia di Riina non ha diritto all’assegno mensile previsto per i genitori con un reddito minimo. Di sicuro quello che è successo a Corleone è una svolta epocale, una situazione che non si era mai verificata, perché per la prima volta lo Stato chiede conto e ragione ad una famiglia mafiosa. Anche se c’è un precedente, che dovrebbe far capire di come l’aria sia cambiata. Anche la famiglia Provenzano è stata raggiunta dal provvedimento.

Una cartella esattoriale sarebbe arrivata alla vedova di Bernardo Provenzano. La signora Saveria Benedetta Palazzolo doveva 1100 euro e ha chiesto la rateizzazione del debito, saldando in due rate la quota spettante.
Segno dei tempi che cambiano.

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