"I soldi? Comprano orologi". Così i Casamonica avevano colonizzato Roma

In un blitz avvenuto all'alba sono stati arrestati diversi esponenti del clan dei Casamonica e sequestrati beni per circa 20 milioni di euro

"I soldi? Comprano orologi". Così i Casamonica avevano colonizzato Roma

Nuovo duro colpo al clan Casamonica. La polizia, su richiesta della Dda, da questa mattina sta eseguendo misure cautelari per associazione di stampo mafioso, estorsione, usura e intestazione fittizia di beni. Nel corso dell’operazione, denominata "Noi proteggiamo Roma", su proposta del procuratore e del questore di Roma sono stati sequestrati anche beni per un valore di circa 20 milioni di euro, Nel blitz sono impegnati più di 150 uomini del Servizio centrale operativo, della Squadra mobile di Roma e del commissariato Romanina, che hanno eseguito un'ordinanza applicativa di misure cautelari, emessa dal Gip capitolino su richiesta della locale Dda, nei confronti di numerosi appartenenti al clan.

Oggi il Corriere della Sera riporta una serie di intercettazioni fatte dopo la prima operazione contro il clan avvenuta due anni fa che portò in carcere trenta persone. I commenti di altri appartenenti al clan dei Casamonica, che comandano nella zona della Romanina, furono particolarmente chiari. "Ma questa è tutta una cosa che stanno a fa… le denunce… pe’ fa entrà gli altri clan! Non hai capito? Perché noi proteggemo Roma! Devono fa entrà i napoletani e i calabresi che mangiano!", è una delle battute di Guido Casamonica catturate dagli investigatori.

Le frasi di Guido poi diventano ancora più eloquenti: "Devono far entrare… organizzazioni forti a Roma, ecco perché ce devono distrugge a noi! La camorra e la ‘ndrangheta…". In sostanza, qualcuno del clan si sentiva quasi come un protettore della Capitale. Un protettore che doveva difendere la Capitale dall’avanzata di altri gruppi criminali legati a camorra e ‘ndrangheta che avrebbero potuto trovare campo libero dopo l’offensiva giudiziaria subita dai Casamonica. Queste parole oggi sono considerate dagli inquirenti come una sorta di autoaccusa.

I Casamonica sono raggruppati in due distinti clan guidati da Giuseppe e Ferruccio Casamonica, cognati settantenni e parenti di zio Vittorio, il cosiddetto "re di Roma" celebrato nel tristemente celebre funerale dell’estate 2015 , quello con la bara sulla carrozza trainata dai cavalli, i petali lanciati dal cielo e le note de Il Padrino.

Per il giudice delle indagini preliminari Zsuzsa Mendola, che su richiesta del procuratore di Roma Michele Prestipino e dei sostituti Edoardo De Santis e Giovanni Musarò ha arrestato 20 persone, le affermazioni di Guido Casamonica, figlio di Ferruccio, dimostrano che è lui stesso a mettere su un piano identico la propria famiglia con "le organizzazioni forti, ovvero camorra e ‘ndrangheta, con la precisazione che il loro annientamento è finalizzato a permettere a tali organizzazioni di mettere le mani su Roma; il che equivale ad ammettere la forza della loro organizzazione criminale, seppur ramificata in più costole".

Lo stesso membro della famiglia dei Casamonica sottolinea che la presenza del clan sul territorio consente di salvaguardare Roma "con la conseguenza di sottrarre la città al controllo dei clan camorristici e delle cosche di ‘ndrangheta". "Perché i Casamonica proteggono Roma… invece hanno stufato… i napoletani vonno entrà… la camorra vò entrà a Roma e i calabresi vonno entrà a Roma…", dice Guido alla moglie il 19 luglio di due anni fa. Nelle azioni giudiziarie, qualcun altro vede addirittura un disegno preciso sostenuto dai servizi segreti: "Ce stanno i servizi segreti che vonno portà la camorra qui a Roma e le ‘ndrine… Je dà fastidio perché noi proteggemo Roma".

Ma davvero i Casamonica proteggono Roma da altri clan? Secondo l’indagine della Procura e della Squadra mobile capitola, questo ramo dei Casamonica pensava a gestire, attraverso il metodo mafioso "che si avvale della forza di intimidazione e della conseguente condizione di assoggettamento e omertà", grossi giri estorsioni e usura, oltre al controllo di diverse attività economiche. E così, in base alla ricostruzione degli inquirenti, quello dei Casamonica è diventata "una vera e propria associazione mafiosa di tipo orizzontale, la cui forza è dettata dall’appartenenza alla famiglia".

Il clan non ha un cervello centrale né una figura che valga più delle altre. Ogni nucleo agisce in autonomia. Quando, però, bisogna combattere un nemico comune allora la situazione cambia e scatta la reazione comune e unitaria. "Quando c’è un problema, diventano tutti una famiglia, che si aiutano – ha dichiarato ai magistrati Simona Zakova, una 32enne originaria della Repubblica Ceca, ex moglie di Raffale (altro figlio di Ferruccio, ndr) –. Sono gelosi tra loro quando uno ha più dell’altro, però quando c’è un problema, loro tolgono questa cosa di gelosia e si rinforzano l’uno con l’altro; se scappa uno e non si sa dov’è, uno lo incontra, lo blocca, lo ferma, chiama e aspetta che viene la persona, così si aiutano e così va in tutto, se uno… È un branco! Così funziona. Si aiutano tra loro, nei problemi si uniscono sempre o tra i parenti o tra le persone esterne, sempre! Poi ci sono le famiglie che sono più unite, quelle che sono un po’ meno unite, però si aiutano sempre. Quando hanno bisogno, basta che chiamano, si fanno sempre a gruppetto e la loro forza è questa".

Ma vi è di più. I beni di lusso non sono utilizzati solo come ostentazione di ricchezza e di potere ma anche come investimento. Ad ammetterlo è la stessa Simona che ha parlato anche del denaro, tanto denaro, di cui disponevano alcune figure del clan. "Ho notato- ha raccontato la donna- che i familiari di Raffaele avevano una grande disponibilità di somme di denaro in contanti occultate in casa, sigillate sottovuoto e nascoste in intercapedini ricavate all’interno del muro, di solito dietro il battiscopa. Quelli sono soldi, che non vengono utilizzati, sono una quantità inimmaginabile. Ricordo che Raffaele aveva creato un buco all’interno del muro e l’aveva riempito completamente di soldi, occultati in alcuni zainetti… Preferiscono tenere i soldi in casa e non aprire conti correnti né investirli in acquisti perché temono sequestri, avendone subiti in passato".

Ma"se ci stanno troppi soldi- ha aggiunto Simona- non c’è dove metterli, si comprano gioielli, orologi, si comprano orologi di 60mila euro, 50milaeuro, per loro è un investimento…". Particolarmente apprezzati sono gli orologi di marca: "Rolex assolutamente… Rolex è quello che non perde valore. Rolex tigre… i più grandi brillanti, tutto e di più". Ma anche le donne del clan si toglievano qualche sfizio tanto che frequentano boutiques di moda. Visto che i soldi non mancano, ogni capo è pagato regolarmente in contati: "Loro con le carte non comprano niente… Gelsomina (ex suocera della pentita, ndr) va da Chanel. Oh, c’era un periodo che non si poteva spendere più di mille euro (in contanti, ndr)… voi mi dovete dire come fanno loro a comprare cose da 3-4.000 euro… Lei non lavora e va a spendere 4.000 euro in un giorno per una borsa. Come fai? Ma così sono tutti. Loro, da Gucci hanno una che li serve, cioè ci sta soltanto una per i Casamonica…".

I Casamonica godrebbero anche di trattamenti di favore. È ancora Simona a raccontare le particolari attenzioni che ricevono alcuni componenti della famiglia.

"Philipp Plein, mia cognata c’è andata a vedere la sfilata… gli ha mandato il biglietto di invito a Cristian e Griselda (altro figlio di Ferruccio e sua moglie, ndr) e sono andati a vedere la sfilata… Katiuscia (figlia di Ferruccio, ndr) è entrata da Louis Vuitton, a loro gli servono champagne appena arrivano. Si mette seduta, cominciano a portare sotto il naso: «Guarda ‘sta borsetta, guarda questo, ti piace, e lei dice: ‘No, io porto solo Chanel’… Katiuscia è troppo fashion, lei è vittima di moda".

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